Le scienze non religiose vengono utilizzate nei processi religiosi, cioè il giurista islamico (faqih) attraverso gli elementi immutabili e con l’aiuto di esperti di varie scienze, soprattutto quelle umane, può trattare gli elementi mutevoli.
La religione divina è composta di elementi stabili ed elementi mutevoli. Il rapporto tra questi due gruppi di elementi è un concetto fondamentale, poiché, attraverso la sua delucidazione, si può risolvere l’austerità del rapporto tra scienza e religione. In poche parole gli elementi invariabili vengono ricavati dalla religione, e noi, crediamo che questi elementi sono stati forniti sottoforma di un sistema ordinato in ogni campo della vita sociale della gente; questo sistema deve essere ricavato dalle fonti islamiche, basandosi sul metodo fondato dalla “Gente della Casa[1]” (pace su di Loro). Nella fase di estrazione degli elementi invariabili che riguardano l’identità umana, senza dubbio, il giurista islamico non impiega alcuna delle scienze non religiose, anche se è possibile che alcune di queste gli permettano di ottenere un elemento invariabile della religione. In ogni caso nessuno degli elementi delle scienze non religiose sarà riportato nel testo dell’argomentazione o della ricerca di un giurista islamico.
La sezione mutevole, al contrario, è totalmente collegata alle conoscenze moderne; questo poiché in questa sezione bisogna conoscere le circostanze e le condizioni per poter decidere e stabilire come agire; siano esse condizioni economiche, educative, culturali o politiche. È proprio qui che le scienze non religiose vengono utilizzate nei processi religiosi, cioè il giurista islamico (faqih) attraverso gli elementi immutabili e con l’aiuto di esperti di varie scienze, soprattutto quelle umane, può trattare gli elementi mutevoli. Sicuramente la logica e la teoria da seguire in questo lavoro, presentano di per sé una discussione molto dettagliata. Noi abbiamo raccolto questa discussione sottoforma di una teoria che abbiamo denominato “Teoria del pensiero sistematico nell’Islam”.[2]
Fonti per l’approfondimento:
1. Mahdi Hadavi Tehrani, Velayat va diyanat, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 2a ed., 2001.
2. Mahdi Hadavi Tehrani, Bavar-ha e Porsesh-ha, Moassese-ye farhangh-ie khane-ye kherad, Qom, 1a ed., 1999.