Il significato letterale di fana' è annichilimento e nulla, il contrario di baqa', permanenza; per esempio Dio fa parte della categoria di ciò che è e permane e gli altri esseri della categoria di ciò che non è e che si annichilisce.
Il significato terminologico è “non vedersi e non trovarsi”, però non nel senso di estraniarsi, ma è lo stato dell’essere umano che, sentendosi presente presso Dio, si sente nulla e svuota il suo cuore da tutto ciò che non è Dio.
Lo stato di fana' nella gnosi
Nella gnosi un maqam (stato) è un livello che lo gnostico raggiunge dopo anni di fatica, disciplina e difficoltà. Un annichilimento e mutamento avvenuti con difficoltà, di solito non sono facili, e pertanto sono stabili e permanenti.
Nello stato di fana', l’essere umano considera se stesso, la sua servitù (nei confronti di Dio), i suoi istinti, le sue speranze e il mondo che lo circonda, niente rispetto a Dio e guarda solo a Lui. Tutto quello che vedono i devoti di Dio, con o senza tramite, è Dio. Questo tramite a volte sono i nomi e gli aggettivi divini, e per i più esperti viaggiatori e sapienti, anche questi veli di luce si squarciano: “O Dio, donami il più completo distacco (dagli altri) verso di Te … affinché gli occhi dei cuori squarcino i veli di luce ...”. Questo è il più alto livello di fana', dopo il quale l’essere umano si annichilisce completamente e avviene l’annullamento totale di sé. È allora che sente con l’orecchio divino, vede con l’occhio divino e parla con lingua divina.
Ciò non è incompatibile con l’impossibilità di conoscere a fondo la sostanza divina. La sostanza divina non è comprensibile per nessuno se non per Dio stesso.
Il significato letterale di fana' è annichilimento e nulla, il contrario di baqa', che significa permanenza. Il termine fana' non è utilizzato nel Corano, anche se ne sono stati utilizzati alcuni derivati: “Tutto quel che è sulla terra è destinato a perire, rimarrà [solo] il Volto del tuo Signore … ”[1]. In questo versetto fana' e baqa' sono antitetici: cioè solo Dio fa parte della categoria di ciò che è e che permane, mentre gli altri esseri sono caratterizzati dall’annichilimento.
Il significato terminologico di fana', diverso da quello letterale, è “non vedersi e non trovarsi”, però non nel senso di estraniarsi, ma è lo stato dell’essere umano che, sentendosi presente presso Dio, si sente nulla e pensa solo a Dio.
La spiegazione degli gnostici riguardo al fana'
Abu Sa'id Kharraz dice: “Il fana' è l’annichilimento del servo dalla vista della sua servitù e il baqa' è la permanenza del servo in quanto segno divino”[2].
Qushayri afferma: “Su chiunque la verità abbia la meglio tale da non vedere nulla del resto, né la cosa stessa né le sue tracce, colui è considerato annichilito dalla creazione e permanente nella verità (Dio)”.
Mir Seyyed Sharif Jorjani dichiara: “La perdita delle caratteristiche biasimevoli è definita fana', la presenza di qualità lodevoli baqa'”[3].
Lo stato di fana'
Nella gnosi esistono due concetti: maqam (stato) e hal (condizione).
Maqam (stato) è un livello che lo gnostico raggiunge dopo anni di fatica, disciplina e difficoltà, ed è perciò normalmente impossibile che perda questo stato o che esso cambi. In altre parole, il suo impegno graduale e il suo viaggio permanente sulla via dell’ascetismo (zuhd) e dell’annichilimento, lo hanno reso degno di uno stato particolare e poiché questi stadi e livelli vengono attraversati con difficoltà, non si perdono facilmente.
Invece hal (condizione) è il contrario di maqam, ed è un mutamento che, attraverso degli stati, avviene involontariamente nel cuore dello gnostico. Allo stesso modo che può verificarsi improvvisamente, può anche sparire. Perciò non è una condizione stabile ed è in continuo mutamento.
Nello stato di fana', l’essere umano considera se stesso, la sua servitù (nei confronti di Dio), i suoi istinti, le sue speranze e il mondo che lo circonda, niente rispetto a Dio e guarda solo a Lui. Con questa accezione, fana' non ha quel significato letterale negativo di mancanza; è invece uno dei più alti livelli di perfezione. È per questo che gli gnostici affermano che la conseguenza del fana' è il baqa' e la permanenza presso Dio. Questo tipo di fana' è definito fana' fiLlah (annichilimento in Dio) dagli gnostici.
Come raggiungere lo stato di fana'
Poiché solo il peccato e l’egoismo si frappongono fra l’essere umano e Dio, l’appartenenza ad altri che Dio è considerato un ostacolo e questi ostacoli oscuri impediscono di arrivare presso Dio. Se non ci sono peccati, ostacoli o legami con altri e l’attenzione dell’essere umano si concentra verso il suo essere, allora gli sarà possibile una limitata contemplazione di Dio e in seguito, il raggiungimento dello stato di fana'.
Ovviamente attraverso questo sentiero spirituale vi sono vari stati e stadi, che non citeremo per non dilungarci.
Quando si usano termini quali “contemplazione”, “baqa'”, ecc. per definire l’“incontro” con Dio, non s’intende la visione con gli occhi, infatti, come dice il Corano, “gli sguardi non Lo raggiungono”[4]; e non s’intendono nemmeno le vie mentali, che non sono definite con questi termini. È invece, come dice il Corano, dimenticare tutto ciò che non è Dio, compiere azioni probe, non associarGli niente; chiunque voglia contemplare Dio senza tramiti deve chiudere gli occhi a se stesso e agli altri.
“Chi spera di incontrare il suo Signore compia il bene e nell'adorazione non associ alcuno al suo unico Signore”[5].
Il profeta Mosè (a) dopo essere rinvenuto, svenuto in seguito alla contemplazione divina, disse: “O Dio, non Ti si può contemplare senza il fana' e l’interruzione di qualsiasi attaccamento”[6].
La questione importante da trattare ora riguarda il fatto che se è stato detto che alcuni gnostici, che hanno compiuto il viaggio spirituale, contemplano Dio senza mezzi, cosa significa ciò? Quali sono questi mezzi?
È meglio allora citare la spiegazione dell’imam Khomeini, nel libro Arba'in-e hadith: “Dopo aver raggiunto il taqwa (timore reverenziale di Dio) completo, distolto totalmente il cuore da tutti gli intermediari, calpestato l’egocentrismo, volta l’attenzione solo verso Dio, i Suoi nomi e i Suoi aggettivi, essersi immersi nell’amore profondo verso di Lui e disciplinato il proprio cuore, nasce nel viaggiatore spirituale un piacere del cuore in cui si manifestano i nomi e gli aggettivi divini … e tra la sacra anima del viaggiatore e Dio non ci sono più veli se non i Suoi nomi e i Suoi aggettivi”. Per i più esperti viaggiatori è possibile che si squarcino anche i veli di luce, dei nomi e degli aggettivi e si vedano appartenenti a Dio; in questa visione, essi contemplano la vastità della sovranità di Dio e l’annichilimento di se stessi[7].
Questo è anche il concetto espresso nel modo più elevato dalla dua del mese di Sha'ban: “O Dio, donami il più completo troncamento (dagli altri) verso di Te … affinché gli occhi dei cuori squarcino i veli di luce ... ”.[8]
È possibile che l’essere umano raggiunga uno stadio tale che tra lui e il suo Signore vi siano solo luce, i nomi e gli aggettivi divini, ed è anche possibile che arrivi a un livello in cui vengono squarciati anche questi veli. Il viaggiatore oltrepassa anche questi veli e si estingue completamente. Allora tutto ciò che vede è Dio, tutto ciò che sente è Dio, come se vedesse e sentisse con l’occhio e l’orecchio divino e parlasse con lingua divina, e se non vede è per Sua grazia. Questo è il traguardo dell’annichilimento in Dio, l’estinzione assoluta e completa.
Nonostante tutte le spiegazioni riportate concernenti l’annichilimento e la contemplazione divina, è necessario sapere che conoscere a fondo la sostanza divina sarà sempre impossibile. Infatti, nessuno può comprendere la sostanza divina se non Dio stesso e la questione del fana' non è incompatibile con ciò.
[1] Sacro Corano 55:26-27.
[2] Il termine fana' è stato citato, per la prima volta, tra i termini gnostici da Abu Sa'id Kharraz.
[3] Khorramshahi Baha'oddin, Hafez Nameh, Entesharat-e Sorush, pag. 975.
[4] Sacro Corano 6:103.
[5] Sacro Corano 18:110.
[6] Javadi Amoli Abdollah, Tafsir-e Muzu'i-e Qor'an-e Karim, vol. 7, pag. 255 in poi.
[7] Imam Khomeini, Arba'in Hadith, pag. 454.
[8] Bihar al-Anwar, vol. 91, pag. 98; Mafatih al-Jinan, Manajat al-Sha'baniyyah.