Il Corano viene chiamato con molti nomi, ma solo una parte di essi è conosciuta dai musulmani. Tuttavia alcuni di questi termini, che vengono definiti nomi del Corano, in quest’ultimo sono utilizzati come attributi. Le varie opinioni riguardo ai criteri per distinguere i nomi dagli attributi, sono la causa del fatto che tra gli esperti di scienze coraniche esistono pareri discordi in merito al numero dei nomi del Corano, tale che alcuni esegeti, come il defunto Tabarsi autore dell’esegesi Majma' al-Bayan, hanno riportato solamente quattro nomi, mentre altri come Abu al-Futuh Razi quarantatré nomi.
Alcuni di questi nomi sono stati riportati anche negli hadìth.
Il sacro Corano, che è il libro celeste dei musulmani, possiede molti nomi e attributi, alcuni dei quali sono stati analizzati e spiegati dagli esperti di scienze coraniche. Siccome sono stati citati molti nomi e attributi, alcuni hanno confuso gli attributi con i nomi, ma dato che ogni attributo può essere utilizzato come nome, possiamo capire perché gli attributi sono stati inclusi nella categoria dei nomi. Infatti, grandi esegeti come Abu al-Futuh Razi, hanno riportato tutti questi attributi e nomi nell’elenco dei nomi del Corano.[1] Egli ha riportato quarantatré nomi del Corano di cui alcuni hanno funzione aggettivale. Tabarsi, nell’esegesi Majma' al-Bayan, si è limitato a riferire quattro nomi: Qur'an, Furqan, Kitab e Zikr.[2]
Invece Badr al-Din Zarkashi racconta che Harrali scrisse un libro dove menzionava novanta nomi o attributi per il Corano.[3]
L’autore del libro al-Tamhid riporta che Qazi Huzaizi ha citato cinquantacinque nomi, di cui quarantatré sono uguali a quelli citati da Abu al-Futuh Razi.[4] Questi cinquantacinque nomi (o attributi) sono stati estratti dal Corano stesso.
Noi di seguito citiamo i nomi e i versetti dai quali sono stati estrapolati:
1. Qur’an (20:2, 4:82 …)
2. Furqan (8:29, 3:3 e 4; 25:1 …)
3. Kitab (35:29 e 4:105)
4. Zikr (3:58 e 15:9)
5. Tanzil (26: 192 e 76:23)
6. Hadith (39:23 e 18:6)
7. Mu’izah (10:57)
8. Tazkirah (69:48)
9. Zhukra (11:120)
10. Bayan (3:138)
11. Huda (2:2)
12. Shafa’ (41:44)
13. Hukm (13:37)
14. Hikmat (33:34)
15. Hakim (3:58)
16. Muhaymin (5:48)
17. Hada (72:2)[5]
18. Nur (7:157)
19. Rahmat (27:77)
20. ‘Ismat (3:103)[6]
21. Ni’mat (93:11)
22. Haqq (69:51)
23. Tibyan (16:89)
24. Basa’ir (28:43)
25. Mubarak (21:50)
26. Majid (50:1)
27. ‘Aziz (41:87)
28. ‘Azim (15:8)
29. Karim (56:77)
30. Siraj (33:46)[7]
31. Munir (33:46)
32. Bashir (41:4)
33. Nazhir (41:4)
34. Sirat (1:6)
35. Habl (3:16)
36. Ruh (42:52)
37. Qisas (12:3)
38. Fadl (86:13)
39. Nujum (56:75)[8]
40. Ajab (72:1)
41. Qayym (18:2)
42. Mubin (12:1)
43. ‘Alyy (43:4)
44. Kalam (9:6)
45. Qaul (28:51)
46. Balaq (14:52)
47. Mutashabih (39:23)
48. ‘Arabi (39:28)
49. Bushra (27:2)
50. ‘Adl (6:115)
51. Amr (65:5)
52. Iman (3:193)
53. Naba’ (78:2)
54. Vahi (21:45)
55. ‘Ilm (13:37)
Su alcuni di questi nomi vi è dissenso, cioè secondo l’interpretazione o il criterio in base a cui una parola viene attribuita al Corano, è corretto; ma può darsi che secondo alcune interpretazioni certe, quella parola non significhi Corano. Per questo motivo alcuni hanno riportato un minor numero di nomi. Se per esempio interpretiamo “al-sirat al-mustaqim” (la retta via) come Corano è corretto considerarlo un nome del Corano. Questi sono i nomi che si possono dedurre dal Corano stesso.
In alcuni hadìth il Corano viene definito mushaf[9]. Il defunto Mulla Mohsen Feyz Kashani narra un hadìth dal libro al-Kafi, ovvero che il nobile imam Sadiq (A) replicando ad una domanda disse: “Ogni qual volta reciti il Corano, guarda il mushaf, poiché guardare il mushaf è un atto di adorazione”[10].
[1] Abu al-Futuh Razi, esegesi Ruh al-Jinan, vol. 1, pag. 5, stampato da Islamiyyah.
[2] Tabarsi, Majma' al-Bayan, quarta parte.
[3] Mohammad Hadi Ma'refat, 'Olum-e Qor'ani, pag. 106.
[4] Ibidem.
[5] In questo versetto non è stato utilizzato il termine “hadi”, bensì è stato estratto dal verbo “yahdi” (che proviene dalla stessa radice di “hadi”) presente nel versetto.
[6] Nel citare questo nome è stata utilizzata la frase “wai'tasimu” poiché il vocabolo 'ismat non è presente.
[7] In base ad un’interpretazione secondo la quale “al-siraj al-munir” è il Corano.
[8] In base all’interpretazione secondo cui “nujum” significa rivelazione sequenziale del Corano.
[9] Nonostante nel Corano i libri celesti siano definiti “suhuf”, il termine “mushaf” tuttavia, non è stato utilizzato. Cfr.: sacro Corano, 87:19.
[10] Tafsir Safi, vol. 1, pag. 44, stampato da Islamiyyah.