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Alcuni hadìth hanno espresso l’obbligo assoluto dell’ordinare il bene e vietare il male, altri, invece, lo hanno condizionato all’assenza di paura per la propria vita o beni. Analizzando questi hadìth non c’è alcun conflitto tra di essi, infatti gli hadìth dove viene spiegato che l’ordinare il bene e il vietare il male non minacciano la propria vita, né il pane quotidiano, hanno un aspetto generale. Questo vuol dire che, poiché la maggior parte della gente trascura questo dovere per paura di essere uccisa e importunata dagli oppressori, un Infallibile (A) spiegò che non è così, e questa azione non influisce sulla morte né sul pane quotidiano. D’altra parte molti devoti della religione e gli Imam (A), tra cui l’Imam Husayn (A), hanno sacrificato la propria vita e i propri beni.
Negli hadìth sono stati riportati degli insegnamenti volti a controllare l’ira, come ricordare l’eccellenza dell’atto stesso di controllare la collera, la grandezza della punizione divina, rifugiarsi in Dio dal male di Satana e delle sue tentazioni recitando suppliche e invocazioni, compiere l’abluzione o il ghusl con l’acqua fredda, cambiare posizione - da eretti a seduti e viceversa, ecc. Anche riguardo al coraggio, nella religione, sono presenti istruzioni per formare questa virtù nell’animo, aumentarla e rafforzarla, per esempio: affidarsi a Dio, ricordare Iddio, imporsi al proprio istinto, ecc.
I sapienti islamici affermano che l’ordinare il bene e il vietare il male possiedono dei livelli e delle suddivisioni che sono stati descritti esaustivamente nei libri attinenti. Una delle condizioni citate per ordinare il bene è la seguente: nel caso si pensi, c’è la possibilità reale o si teme che la propria vita e beni siano in pericolo, non è obbligatorio. Se però il bene o il male riguardano questioni alle quali il Sacro Legislatore ha dato molto valore, come i principi della religione, la custodia del sacro Corano, delle credenze dei musulmani e delle leggi importanti, bisogna considerare la loro importanza[1] e quindi questa condizione non vale in casi come questi. In caso contrario non avrebbe avuto senso che i Devoti di Dio avessero sacrificato la propria vita per custodire i principi della religione.
La questione del difendere la religione è talmente importante, che l’imam Husayn (A) sacrificò la sua vita su questa via e rispondendo a suo fratello Muhammad Hanafiyyah che gli chiese perché andava talmente di fretta (verso Karbala), replicò: “Ho visto mio nonno, il Profeta di Dio, in sogno che mi diceva:
یا حسین اخرج فان اللَّه قد شاء ان یراک قتیلا.
«O Husayn, insorgi! Poiché la volontà di Dio vuole che tu sia ucciso»”[2].
Prima di spiegare le vie per aumentare il coraggio e controllare l’ira, è necessario spiegare un punto della domanda. L’ereditarietà genetica e la sua influenza sulle caratteristiche umane sono confermate anche dagli hadìth degli Infallibili (A), e le parole arabe ‘irg e i’raq, che oggi in campo scientifico equivalgono a “gene”, sono state presentate come fattori ereditari. Anche se non dobbiamo trascurare il ruolo dell’ereditarietà dei geni nelle caratteristiche umane, per aumentare il coraggio e controllare l’ira che non è per Dio[3], la religione ci ha tuttavia fornito dei precetti; ne citiamo alcuni:
A. Le vie per controllare l’ira
L’ira in alcuni hadìth è stata paragonata al fuoco[4]. Questa sottile definizione ci aiuta a capire l’importanza della presenza dell’ira nell’essere umano e ci informa delle amare conseguenze derivanti dal trascurare e non controllare questa potente energia.
Considerare le conseguenze dell’ira ci aiuta a dominare questa caratteristica, ad esempio: l’ira corrompe le menti e allontana l’essere umano dalla retta via[5]. L’ira intensa modifica la logica, disconnette il legame per ragionare e fa disperdere il pensiero[6]; negli hadìth viene riportato che: “Astieniti dall’ira poiché il suo inizio è pazzia e la fine pentimento”[7]. Anche riguardo al controllo dell’ira esistono delle soluzioni: ricordare la grandezza di Dio[8], cambiare posizione[9] (eretto-seduto), compiere l’abluzione o il ghusl con acqua fredda e stare in silenzio[10].
B. Le vie per aumentare il coraggio
Nei versetti del Corano e negli hadìth sono state citate delle azioni per ottenere coraggio, ad esempio:
1. Affidarsi a Dio – L’imam Kazim (A) disse: “Colui che desidera diventare l’uomo più forte, deve affidarsi a Dio”. Il trasmettitore dell’hadìth chiese quale fosse la misura di questo affidamento. Quel nobile rispose: “Non tema altri che Dio”[11]. Il Principe dei Credenti, Alì (A), disse: “Affidarsi a Dio è il miglior sostegno”[12]. In un altro hadìth il Profeta (S) chiese all’angelo Gabriele (A) in cosa consista l’affidarsi a Dio. Gabriele disse: “Fare affidamento su Dio consiste nel comprendere che una creatura non crea danno né porta profitto, non dona né ostacola; consiste nel non riporre la propria speranza nel creato”.
2. Timore di Dio – L’Imam Sadiq disse: “Per colui che ha timore di Dio, Egli fa in modo che ogni cosa sia spaventata da lui, e per colui che non ha timore di Dio, Egli fa in modo che lui sia spaventato da ogni cosa”.
L’essere umano deve avere timore di Dio e il cuore del credente dev’essere colmo di questo timore. Certamente il motivo del timore di Dio non è perché Egli sia un essere spaventoso. Il timore di Dio ha diversi significati e livelli. Uno dei significati è il timore dell’ira di Dio e della sua punizione in questo mondo e nell’Aldilà; l’ira e la punizione divina scaturiscono dalla disobbedienza umana. Se l’essere umano teme una forza maggiore, non le disobbedisce, e quale forza più grande di quella divina? Un altro significato del timore di Dio è il trepidare del cuore di fronte alla magnificenza di Dio, questo tipo di timore nel Corano è stato definito con il verbo yakhsha:
"انما یخشی الله من عباده العلماء"
“Tra i servi di Allah solo i sapienti Lo temono”[13].
3. Il ricordo di Dio – Il Corano dice: “In verità i cuori si rasserenano al Ricordo di Allah”[14]. Tra le cause del nostro stato di preoccupazione e panico vi sono: il timore del futuro oscuro e incerto, il passato cupo e corrotto dell’essere umano, debolezza e incapacità di confrontarsi con i fenomeni naturali e il nemico interno ed esterno, la sensazione di nullità, la paura della morte, ecc. Quando prestiamo attenzione alla forza infinita di Dio, alla benevolenza che ha verso i Suoi servi e al fatto che Egli per Se stesso non ha bisogno di punirci, ci rendiamo conto che questi pensieri ci tranquillizzano e le nostre capacità aumentano.
[1] Seyyed Ruhollah Khomeini, Tudhih al-Masa'il, pag. 596, questione 2659 e 2660, 1426 AH.
[2] Muhammad Baqir Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 44, pag. 364, Mu'assisah al-Wafa', Beirut, 1404 AH.
[3] L'ira per Dio è quella che si può provare, ad esempio, quando i nemici dell'Islam bruciano il sacro Corano, insultano il santo Profeta (S) ecc.
[4] Ivi, vol. 14, pag. 467.
[5] Abdul Wahid Amidi, Ghurar al-Hikam, vol. 1, pag. 65, Entesharat-e daftar-e tablighat, Qom, 1987.
[6] Muhammad Baqir Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 68, pag. 428.
[7] Abdul Wahid Amidi, Ghurar al-Hikam, pag. 303.
[8] Muhammad Baqir Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 13, pag. 358.
[9] Ivi, vol. 70,pag. 264.
[10] Ivi, vol. 70, pag. 272.
[11] Ivi, vol. 68, pag. 143.
[12] Abdul Wahid Amidi, Ghurar al-Hikam, pag. 196.
[13] Sacro Corano, 35:28.
[14] Sacro Corano, 13:28.