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È risaputo che tutte le denominazioni islamiche concordano sull’infallibilità del Profeta (S) durante l’acquisizione e la comunicazione della rivelazione, mentre l’infallibilità durante tutta la sua vita è un argomento conflittuale. Considerando le credenze sunnite che si deducono dalle loro fonti attendibili, in merito alla sua domanda, cioè eccetto che nell’acquisizione e nella comunicazione della rivelazione, possiamo dire che il sunnismo non crede nell’infallibilità del Profeta (S) e non ha perciò senso cercare delle prove per dimostrare il contrario. In realtà essi concordano solamente in merito all’acquisizione e alla comunicazione della rivelazione. Essi considerano necessaria l’infallibilità del Profeta in quest’unico caso perché come affermano: “Noi dobbiamo fidarci del fatto che tutto ciò che dice il Profeta (S) è giusto e che egli ha acquisito correttamente la rivelazione divina e l’ha comunicata a noi completamente uguale”.
Tuttavia vi sono anche alcuni sunniti convinti che sia necessaria l’infallibilità del Profeta (S) nei peccati maggiori e in quelli minori che sono causa di avversione nella gente, sia prima dell’investitura profetica del nobile Muhammad (S) sia dopo.
Prima di spiegare la risposta principale, è necessario premettere che in merito all’infallibilità del Profeta (S), nei libri sunniti, come Tanzyh al-Anbya' di Fakhr Razi[1], vengono discussi quattro aspetti:
- Ciò che concerne le opinioni e il credo del Profeta (S) - Al riguardo tutte le denominazioni islamiche concordano sul fatto che il Profeta era infallibile nel proprio credo e non commetteva errori.
- Ciò che riguarda la sharia, le norme pratiche e gli ordini divini - Anche in quest’ambito l’opinione comune di tutte le denominazioni islamiche è che il Profeta (S) non commetteva errori, né intenzionalmente né involontariamente. Il motivo è che se si ipotizzasse la possibilità di sbaglio al riguardo, la fiducia nel Profeta (s) svanirebbe, poiché noi dobbiamo essere certi che la sua parola sia la stessa di Dio per obbedirgli con serenità.
- Ciò che attiene alle fatwa del Profeta (S) - Pure in questo caso tutti concordano che egli non commette errori intenzionali, però in merito all’errore involontario le opinioni divergono e alcuni lo considerano possibile.
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Ciò che concerne le azioni e gli stati di quel Nobile, ossia la condotta all’infuori dell’acquisizione e della comunicazione della rivelazione. In proposito vi sono cinque opinioni:
- La denominazione Asharita Hashwiyyah: approva la possibilità che il Profeta (S) potesse commettere peccati maggiori e minori, salvo il politeismo e la menzogna; in altre parole secondo loro l’infallibilità non è una necessità.
- L’opinione della maggior parte dei Mu'taziliti: non approva la possibilità di un peccato maggiore intenzionale, mentre considera possibili quelli minori a condizione che non causino avversione nella gente.
Abu Alì Juba'i disse: «Ogni peccato, dovuto a errore e involontario, è possibile», e anche Nizam era convinto che non si può supporre nessun peccato da parte del Profeta (S), a parte lo sbagliare o dimenticare.
- La denominazione sciita: non si può supporre nessun peccato, sbaglio o errore nel caso del Profeta (S) o di un Imam (A) in nessuna circostanza.
Fakhr Razi dopo aver citato queste opinioni, cita anche quindici motivi per la necessità dell’infallibilità del Profeta (S), alcuni di essi sono completamente razionali e altri supportati da versetti coranici. In questa sede ci asteniamo dallo spiegarli e invitiamo a confrontare le fonti in merito[2].
Quindi considerando le credenze sunnite che si deducono dalle loro fonti attendibili, in merito alla domanda, cioè eccetto che nell’acquisizione e nella comunicazione della rivelazione, possiamo dire che il sunnismo non crede nell’infallibilità del Profeta e non ha perciò senso cercare delle prove per dimostrare il contrario. In realtà essi concordano solamente in merito all’acquisizione e alla comunicazione della rivelazione. Essi considerano necessaria l’infallibilità del Profeta in quest’unico caso perché come affermano: “Noi dobbiamo fidarci del fatto che tutto ciò che dice il Profeta è giusto e che egli ha percepito correttamente la rivelazione divina e l’ha comunicata a noi completamente uguale”[3].
Tuttavia vi sono anche alcuni sunniti convinti che sia necessaria l’infallibilità del Profeta (S) nei peccati maggiori e in quelli minori che sono causa di avversione nella gente, sia prima dell’investitura profetica del nobile Muhammad (S) sia dopo[4].
In merito a tale questione solamente la denominazione sciita considera necessaria l’infallibilità durante tutta la vita del Profeta (S).
Per approfondire l’argomento si possono consultare i seguenti libri:
- Muhammad al-Amin al-Shanqiti, Adhwa' al-Bayan, vol. 4, p. 188.
- Qadhi 'Adhad Iji, Sharh Mawaqif.
[1] Imam Fakhr Razi, 'Ismat al-Anbya', pp. 40-50, Maktabat al-Khanaji, prima stampa, Egitto, 1406.
[2] Ibidem.
[3] 'Imad al-Sayyid Muhammad Isma'il al-Sharbini, Kitabat A'da' al-Islam wa Munaqashatuha, p. 58, Al-tab'at al-ula, 1422 AH.
[4] Mahmud ibn 'Umar Zamakhshari, Tafsir Kashshaf, vol. 4, p. 235, Nashr-e adab-e houzeh.