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L’imam Alì (A) in questo discorso dice che Iddio non ha stabilito norme e insegnamenti per tutto, e inoltre questi non costituiscono tutta la realtà, bensì esistono anche cose per cui Iddio non ha affidato responsabilità e doveri alla gente ed è rimasto in silenzio, per esempio il sapere cose dettagliate che sono inutili per l’Aldilà. Iddio non è rimasto in silenzio per dimenticanza, poiché Egli è immune da ciò; il vero motivo è la loro inutilità per l’Aldilà dell’essere umano e perché occupandosene, egli tralascerebbe le conoscenze utili.
È possibile che con il “silenzio in merito ad alcune cose” s’intenda le questioni indifferenti (mubah), come l’astrologia, la contabilità, la geometria, la poesia, ecc., che non sono state menzionate affinché le persone non si sforzassero in tali questioni e non le prendessero in grande considerazione.
L’approfondimento di molte questioni complesse riguardanti la teologia, la filosofia o la filosofia delle norme pratiche (per la gente comune, quindi non per i sapienti e i talenti), non solo non produce risultati soddisfacenti ed utili, ma a volte devia finanche dal credo.
L’imam Alì (A) in questo discorso dice: “Certamente Iddio ha reso delle cose obbligatorie per voi, non rovinatele; ha stabilito dei limiti per voi, non superateli; vi ha vietato delle cose, astenetevi da esse; è rimasto in silenzio in merito ad alcune cose, non per dimenticanza, quindi non sforzatevi al riguardo”.
Con queste parole l'imam Alì (A) parla dell'insieme di norme e limiti che Iddio ha imposto o vietato agli esseri umani in questo mondo. Egli in realtà vuole dire che gli atti obbligatori e vietati, e i limiti divini, non costituiscono tutta la realtà, bensì esistono cose che Iddio non vi ha imposto ed è rimasto in silenzio al riguardo, per esempio il sapere cose dettagliate che sono inutili per l’Aldilà. Iddio non è rimasto in silenzio per dimenticanza, poiché Egli è immune da ciò; il vero motivo è la loro inutilità per l’Aldilà dell’essere umano e perché occupandosene, egli tralascerebbe le conoscenze utili[1].
Alcuni sostengono che con il “silenzio in merito ad alcune cose” s’intenda le questioni indifferenti[2] (mubah), come l’astrologia, la contabilità, la geometria, la poesia, ecc., che non sono state menzionate affinché le persone non si sforzassero in tali questioni e non le prendessero in grande considerazione[3].
L’approfondimento di molte questioni complesse riguardanti la teologia, la filosofia o la filosofia delle norme pratiche (per la gente comune, quindi non per i sapienti e i talenti), non solo non produce risultati soddisfacenti ed utili, ma a volte devia finanche dal credo. Il discorso dell’imam Alì (A) indica pertanto che Iddio ha spiegato tutto ciò che riguarda l’essere umano nella guida, la beatitudine e il perfezionamento spirituale e dell’Aldilà. Anche il sacro Corano è un libro guida contenente i programmi per la beatitudine e i bisogni per la guida dell’umanità. Per quanto riguarda le cose che non ha spiegato ed è rimasto in silenzio - non per dimenticanza e negligenza poiché Iddio è immune da esse, in realtà ha affidato le rimanenti questioni all’essere umano affinché si sforzi da solo a comprenderle. Quando dice di non sforzarsi non intende di non impegnarsi affatto nelle scienze, bensì il significato è quello di non utilizzare tutta la propria forza nelle questioni mondane e futili, non interessatevi troppo alle questioni mondane giacché ciò vi fa trascurare l’obiettivo principale della creazione, che è quello di ambire le questioni spirituali. D’altro canto chi non è a conoscenza degli insegnamenti del Profeta dell’Islam (S) e degli Imam (A) che incitano ad apprendere le scienze umane[4]: teoriche, empiriche, economiche, agricole, ecc.?[5]
[1] Ibn Maytham Bahrani, Sharh Nahj al-Balaghah, traduzione persiana di Mohammad Reza 'Atayi, vol. 8, pag. 97, sentenza 97, Bonyad-e pajuheshha-ye eslami-e Ostan-e qods-e Razavi, Mashhad, prima stampa, 2006.
[2] Le questioni mubah sono quelle riguardo a cui la sharia non esprime proibizione, obbligatorietà, merito o demerito.
[3] Mirza Mohammad Baqer Navvab Lahiji, Sharh Nahj al-Balaghah, pag. 301, Nashr-e Akhavan-e ketabci, Teheran.
[4] Majlesi, Bihar al-anwar, vol. 1, pag. 180, Mu'assisat al-wafa', Beirut, 1409 AH:
"قَالَ النَّبِيُّ (ص) اطْلُبُوا الْعِلْمَ وَ لَوْ بِالصِّينِ فَإِنَّ طَلَبَ الْعِلْمِ فَرِيضَةٌ عَلَى كُلِّ مُسْلِمٍ"
Il Profeta (S) disse: “Cercate la conoscenza anche se in Cina, poiché cercare la conoscenza è obbligatorio per ogni musulmano e musulmana”.
[5] Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 17, pag. 76, Al al-Bayt, Qom, 1409 AH:
"اعْمَلْ لِدُنْيَاكَ كَأَنَّكَ تَعِيشُ أَبَداً وَ اعْمَلْ لآِخِرَتِكَ كَأَنَّكَ تَمُوتُ غَداً..."
L’imam Hasan (A) disse: “Agisci per il tuo mondo come se dovessi rimanere in vita per sempre e agisci per il tuo Aldilà come se dovessi morire domani …”.