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Data aggiornamento: 2012/03/13
Domanda concisa
Qual è il significato dei versetti 85-87 della sura Al-Hijr (15)?‎‎
Domanda
‎‎Qual è il significato dei seguenti versetti della sura Al-Hijr (15):‎‎ »وَ ما خَلَقْنَا السَّماواتِ وَ الْأَرْضَ وَ ما بَيْنَهُما إِلاَّ بِالْحَقِّ وَ إِنَّ السَّاعَةَ لَآتِيَةٌ فَاصْفَحِ الصَّفْحَ الْجَميلَ، إِنَّ رَبَّكَ هُوَ الْخَلاَّقُ الْعَليمُ، وَ لَقَدْ آتَيْناكَ سَبْعاً مِنَ الْمَثانی‏ وَ الْقُرْآنَ الْعَظيمَ« Non abbiamo creato i cieli e la terra e quello che vi è frammezzo se non saggiamente. In verità l\'Ora [della Resurrezione] certamente arriverà (e chiunque riceverà il proprio castigo)! Perdona dunque magnanimamente (e non rimproverarli per le loro stoltezze)! In verità il tuo Signore è il Creatore Sapiente! Ti abbiamo dato i sette versetti [della sura al-Hamd] e il sublime Corano.
Risposta concisa
‎‎Iddio l'Altissimo nei versetti citati si riferisce al fatto che la creazione dei cieli e della terra è saggia e ha un obiettivo; raccomanda al Profeta (S) di mostrarsi amichevole e mite di fronte alla pervicacia, all'ignoranza, all’intransigenza, all'ostruzionismo e all'opposizione ostinata dei nemici e degli stolti, e di perdonarli trattandoli con magnanimità. ‎‎
‎‎Alla fine Iddio consola e incoraggia il Profeta (S) a non preoccuparsi affatto della crudeltà del nemico, della sua numerosità e dei mezzi materiali che possiede, poiché nulla può competere con i doni e le prove a favore della Profezia che Iddio ha messo a sua disposizione.‎‎
Risposta dettagliata
‎‎Iddio il Sublime nei versetti citati dice:‎‎ ‎‎
Non abbiamo creato i cieli e la terra e quello che vi è frammezzo se non saggiamente. In verità l'Ora [della Resurrezione] certamente arriverà (e chiunque riceverà il proprio castigo)! Perdona dunque magnanimamente (e non rimproverarli per le loro stoltezze)! In verità il tuo Signore è il Creatore Sapiente! Ti abbiamo dato i sette versetti [della sura al-Hamd] e il sublime Corano.‎‎[1]
‎Il significato di haqq (saggio) nel nobile versetto «Non abbiamo creato i cieli e la terra e quello che vi è frammezzo se non saggiamente», è il contrario di vano e gioco. In altre parole la creazione dei cieli e della terra non è vana, bensì è legata a un fine saggio. Quindi per il Creato esiste un obiettivo a cui farà ritorno molto presto, poiché se non avesse avuto un fine, si sarebbe trattato di un gioco[2]. Successivamente il versetto dice ‎»In verità l'Ora [della Resurrezione] certamente arriverà (e chiunque riceverà il proprio castigo)!», il suo significato è chiaro perché per questo Creato è stato stabilito un obiettivo[3]. Inoltre Iddio ordina al Suo Profeta (S) di essere mite e gentile di fronte alla pervicacia, all'ignoranza, all'intransigenza, all'ostruzionismo e all'opposizione ostinata dei nemici e degli stolti, di ignorare i loro peccati e di perdonarli[4]: «Perdona dunque magnanimamente (e non rimproverarli per le loro stoltezze)!». Il Profeta (S), con la Chiara Prova che possiede sulla via dell'invito e della profezia di cui è stato incaricato per rafforzare le basi dell'origine (Iddio) e della Resurrezione nei cuori della gente, non ha bisogno di veemenza, poiché la razionalità e l'intelletto sono con lui e, inoltre, la violenza nei confronti degli stolti spesso aumenta la loro crudeltà e ostinazione[5].
Safh in origine significa faccia e superficie di una cosa[6], per esempio il viso. Perciò isfah significa voltarsi e rinunciare, giacché talora ci si volta da una cosa per indifferenza o rabbia, mentre a volte è per perdonare magnanimamente. Nel versetto sopraccitato il termine viene immediatamente accompagnato dalla parola jamil (bello), affinché sia comunicato il secondo significato (perdono)[7]
In un hadìth dell'imam Ridha (A) possiamo leggere che, nell’interpretare il versetto in questione, egli disse: «Il significato è perdonare senza rimproverare»[8].
La frase «Perdona dunque magnanimamente (e non rimproverarli per le loro stoltezze)!», è il risultato del concetto precedente: siccome la creazione del Mondo è saggia e un giorno essi saranno giudicati e puniti, non devi preoccuparti (Profeta) del loro (di nemici e stolti) contraddirti, negarti e schernirti, sii quindi indulgente[9].
La frase «In verità il tuo Signore è il Creatore Sapiente!», in realtà è la motivazione per il perdono magnanimo[10]. Colui che ordina di perdonare è il Dio Maestro, Incessante Creatore e Sapiente. Egli conosce l’effetto del perdono sull'animo della gente e sulla società e come attirarli e favorire il loro progresso, quindi l'ordine di perdonare non deve risultare gravoso al Profeta (S)[11].
‎Alla fine Iddio consola e incoraggia il Profeta (S) a non preoccuparsi affatto della crudeltà del nemico, della sua numerosità e dei mezzi materiali che possiede, poiché nulla può competere con i doni e le prove a favore della Profezia che Iddio ha messo a sua disposizione[12]: «Ti abbiamo dato i sette versetti [della sura al-Hamd] e il sublime Corano».
 

[1] Sacro Corano, 15:85-87.
[2] Seyyed Mohammad Hoseyn Tabatabai, Al-Mizan fi Tafsir al-Qur'an, vol. 12, p. 188, Daftar-e entesharat-e eslami, Qom, quinta rist., 1417 AH.
[3] Ibidem.
[4] Naser Makarem Shirazi, Tafsir-e Nemuneh, vol. 11, p. 127, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, prima stampa, 1995.
[5] Ibidem.
[6] ‎Muhammad ibn Mukarram ibn Manzur, Lisan al-'Arab, vol. 2, pag. 512, voce Al-Safh, Dar Sadir, terza rist., Beirut, 1414 AH; Husayn ibn Muhammad Raghib Isfahani, Al-Mufradat fi Gharib al-Qur'an, ricerca di Safvan 'Adnan Davudi, p. 486, Dar al-'ilm al-dar al-shamiyyah, prima stampa, Damasco, Beirut, 1412 AH; Seyyed Alì Akbar Qorashi, Qamus Qur'an, vol. 4, p. 131, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, sesta rist., 1992.‎
[7]Tafsir-e Nemuneh, vol. 11, pp. 127 e 128.‎
[8] ‎Shaykh Saduq, 'Uyun Akhbar al-Ridha (A), ricercatore e revisore: Mahdi Lajevardi, vol. 1, pag. 294, Nashr-e jahan, Teheran, prima stampa, 1999; Abd Alì ibn Jum'ah 'Arusi Huwayzi, Tafsir Nur al-Thaqalayn, ricerca di Seyyed Hashem Rasuli Mahallati, vol. 3, p. 27, Entesharat-e Isma'ilyan, quarta rist., Qom, 1415 AH.‎
[9]Al-Mizan fi Tafsir al-Qur'an, vol. 12, p. 190.
[10] Tafsir-e Nemuneh, vol. 11, p. 128.‎
[11] ‎Mohsen Qara'ati, Tafsir-e Nur, vol. 6, p. 352, Markaz-e farhanghi-e dars-ha-yi az Qur'an, Teheran, undicesima rist., 2004.‎
[12] Tafsir-e Nemuneh, vol. 11, p. 129.‎
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