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Data aggiornamento: 2019/06/12
Domanda concisa
Chi era Abu Darda\'? Che opinione aveva di lui la Famiglia del Profeta (A)? Gli hadìth trasmessi da lui sono attendibili?
Domanda
Chi era Abu Darda\'? Che opinione aveva di lui la Famiglia del Profeta (A)? Gli hadìth trasmessi da lui sono attendibili?
Risposta concisa
'Uwaymir ibn Malik, discendente della tribù dei Khazraj, che veniva chiamato principalmente con il suo patronimico Abu Darda', era uno dei compagni del profeta Muhammad (S). Egli abitava a Medina quale membro della tribù dei Khazraj; qualche mese dopo l’arrivo dell'Inviato di Dio (S) a Medina, si presentò da lui e abbracciò l'Islam.
Abu Darda', che riconosceva la superiorità dell'imam Alì (A) rispetto a Mu'awiyyah, andò da quest'ultimo accompagnato da Abu Hurayrah e lo invitarono a prestare obbedienza ad Alì (A). Mu'awiyyah però, utilizzando come pretesto l'assassinio di 'Uthman, pretendeva che Alì (A) consegnasse i suoi assassini. Inviò perciò Abu Darda' e Abu Hurayrah presso Alì (A) per chiedere gli assassini di 'Uthman e porre così fine a tale conflitto. Essi erano intenzionati ad eseguire l’ordine e cercarono d’incontrare  Alì (A) ma Malik Ashtar li riprese e li biasimò fortemente, essi si dissuasero pertanto dall’incontrare Alì (A). Il secondo giorno, quando sottoposero questa richiesta all'imam Alì (A), s'imbatterono in diecimila persone che si consideravano gli assassini di 'Uthman e quindi avviliti tornarono nella propria città dove furono rimproverati da Abdulrahman ibn 'Uthman.
In ogni modo in merito alla sua posizione nei confronti del legittimo governo, possiamo dire che egli è un esempio di certi individui cui l'imam Alì (A) allude in un suo discorso: «Non hanno né aiutato il giusto, né hanno indebolito il falso».
Esistono degli hadìth nelle fonti sunnite e sciite in cui Abu Darda' narra da parte del Profeta (S).
Alcuni storici ritengono che la sua morte sia avvenuta dopo la guerra di Siffin[1], mentre altri dicono che Abu Darda' sarebbe morto due anni prima della morte di 'Uthman.
 
 

[1] Ahmad ibn Alì ibn Hajar al-'Asqalani, Al-Isabat fi Tamyiz al-Sahabah, vol. 4, p. 622, Beirut, Dar al-kutub al-'ilmiyyah, 1415 AH.
Risposta dettagliata
 
'Uwaymir ibn Malik era discendente della tribù dei Khazraj[1], compagno del Profeta (S) e veniva chiamato principalmente con il suo kunyah Abu Darda'.[2]
Egli abbracciò l'Islam a Medina, dove abitava quale membro della tribù dei Khazraj. La sua conversione avvenne in questo modo: un giorno Abdullah ibn Rawahah, suo fratello adottivo, andò a casa di Abu Darda', prese un’ascia e cominciò a colpire gli idoli di Abu Darda' recitando queste parole: «Disprezzate i nomi di tutti i demoni, ché qualunque cosa adorata insieme a Dio è insensata». Quando Abu Darda' tornò a casa, sua moglie gli raccontò ciò che aveva fatto Abdullah. Abu Darda' rifletté per un’ora e poi disse: «Se quest’idolo avesse avuto del bene in sé, avrebbe potuto difendersi». Infine Abu Darda' insieme ad Abdullah ibn Rawahah andò dal Profeta (S) e diventò musulmano[3]. La conversione all'Islam di Abu Darda' non coincide con il primo mese della presenza del Profeta (S) a Medina, bensì egli si presentò dal Profeta (S) alcuni mesi dopo che questi era emigrato a Medina. Il suo ritardo nella conversione all'Islam è stato tale che addirittura alcuni storici citano la sua presenza a partire dalla guerra di Khandaq e quelle successive, e affermano che durante le guerre precedenti a quella di Khandaq egli non era ancora diventato musulmano[4].
Il Profeta (S), durante una delle guerre, guardò Abu Darda' e disse: «Che bravo cavaliere è questo 'Uwaymir»[5].
I sunniti, oltre a questo hadìth, ne narrano altri in cui egli viene lodato da parte del Profeta, per esempio attribuiscono a quest'ultimo l’aver affermato che Abu Darda' era il saggio della nazione islamica[6].
Inoltre si narra che il Profeta (S) stabilì un patto di fratellanza tra Abu Darda' e Salman il Persiano, e quindi questi due venivano considerati l’uno il fratello di fede dell’altro[7]. Il rapporto tra lui e Salman continuò anche in seguito, infatti Abu Darda', dopo il viaggio a Damasco, intrattenne una corrispondenza con Salman che si trovava in Iraq, e gli scrisse: «Iddio qui mi ha donato beni e figli, e ho trovato casa in una terra santa». Salman replicò: «Mi hai scritto che hai ricevuto beni e figli, sappi che la beatitudine non consiste nel possedere molti beni e figli»[8].
Abu Darda' rimase a Medina fino all'epoca del secondo califfo, quando quest'ultimo gli ordinò di lasciare Medina e occuparsi di una questione a Damasco: il secondo califfo affidò ad Abu Darda' l'incarico di guida giuridica e della preghiera di Damasco[9].
Quando Abu Darda' fu nominato giudice, la gente si felicitò con lui ed egli disse: «Vi congratulate con me perché sono diventato giudice, quando adesso mi trovo sull'orlo di un precipizio la cui profondità è maggiore della distanza da qui fino alla città di Aden[10]. Se la gente conoscesse le difficoltà che gravano su un giudice si passerebbe questa responsabilità di mano in mano, e se conoscesse la ricompensa che è celata nell'azan (richiamo alla preghiera) si ruberebbe questo compito per l’entusiasmo»[11].
Abu Darda', che riconosceva la superiorità dell'imam Alì (A) rispetto a Mu'awiyyah, andò da quest'ultimo accompagnato da Abu Hurayrah e lo invitarono a prestare obbedienza ad Alì (A). Mu'awiyyah però, utilizzando come pretesto l'assassinio di 'Uthman, pretendeva che Alì (A) consegnasse i suoi assassini. Inviò Abu Darda' e Abu Hurayrah presso Alì (A) per chiedere gli assassini di 'Uthman e porre così fine a tale conflitto. Essi erano intenzionati ad eseguire l’ordine e tentarono d’incontrare Alì (A), ma Malik Ashtar li riprese e li biasimò fortemente, quindi essi si dissuasero dall’incontrare Alì (A). Il giorno seguente, quando sottoposero questa richiesta all'imam Alì (A), s'imbatterono in diecimila persone che si consideravano gli assassini di 'Uthman e quindi avviliti tornarono nella propria città dove furono rimproverati da Abdulrahman ibn 'Uthman[12]. Questa storia si basa sull'affermazione che la morte di Abu Darda' sarebbe avvenuta dopo la guerra di Siffin; se però consideriamo che la sua morte, secondo l'opinione di altri storici, risale a prima del califfato del Principe dei Credenti (A), sarà impossibile accettare questa storia.
In ogni modo in merito alla sua posizione riguardo al legittimo governo possiamo dire che egli è un esempio di certi individui cui l'imam Alì (A) allude in un proprio discorso: «Non hanno né aiutato il giusto, né hanno indebolito il falso»[13].
Abu Darda' tra i sunniti è considerato uno dei grandi compagni del Profeta (S) ed essi credono che egli goda di una posizione elevata, quindi hanno riportato anche alcuni hadìth da parte sua.
Inoltre sono stati narrati pure alcuni hadìth di Abu Darda' nelle fonti sciite di hadìth, per esempio Shaykh Tusi nel libro Khilaf ha riportato alcune sue fatwa e hadìth.[14]
Riguardo alla morte di Abu Darda' c'è divergenza d'opinioni: alcuni storici affermano che la sua morte è avvenuta dopo la guerra di Siffin[15], mentre altri dicono che Abu Darda' sarebbe deceduto prima della morte di 'Uthman[16].
 

[1] 'Uwaymir ibn Malik ibn Zayd ibn Qays ibn 'Umayyah ibn 'Amir 'Udayy ibn Ka'b ibn al-Khazraj ibn al-Harith ibn al-Khazraj.
[2] Muhammad ibn Sa'd ibn Muni' Al-Hashimi al-Basri, Al-Tabaqat al-Kubra, vol. 7, pag. 274, Muhammad 'Abd al-Qadir 'Ata, Dar al-kutub al-'ilmiyyah, Beirut, 1990; Seyyed Mostafà Hoseyni Tafreshi, Naqd al-Rijal, Mo'assese-ye Al al-bayt (A), Qom, prima stampa, 1418 AH.
Riguardo alla sua discendenza vi sono anche altre opinioni: alcuni affermano che il nome di suo padre fosse 'Amir mentre alcuni considerano quest’ultimo uno dei suoi nomi e hanno quindi utilizzato i nomi 'Awimar e 'Amir per lui. Cfr.: Abu al-Hasan Alì ibn Muhammad ibn Athir, Usd al-Ghabat fi Ma'rifat al-Sahabah, vol. 4, p. 18, Beirut, Dar al-fikr, 1409 AH.
[3] Al-Tabaqat al-Kubra, vol. 7, pp. 274 e 275.
[4] Abu 'Omar Yusuf ibn 'Abdullah ibn Muhammad ibn 'Abd al-Birr, Al-Isti'ab fi Ma'rifat al-Ashab, vol. 3, p. 1228, Dar al-jil, Beirut, 1992.
[5] Al-Tabaqat al-Kubra, vol. 7, pag. 274.
[6] Usd al-Ghabah, vol. 5, p. 97.
[7] Ivi, vol. 2, pag. 268.
[8] Ivi, vol. 2, pag. 268.
[9] Ahmad ibn Yahya Balazuri, Futuh al-Buldan, p. 204, traduttore: Mohammad Tavakkol, Teheran, Nashr-e noqre; Al-Tabaqat al-Kubra, vol. 7, pag. 275.
[10] Una famosa città dello Yemen.
[11] Al-Tabaqat al-Kubra, vol. 7, pag. 275.
[12] Abu Muhammad 'Abdullah ibn Muslim Ibn Qutaybah al-Dinwari, Al-Imamat wa al-Syasat al-Ma'ruf bi-Tarikh al-Khulafa', vol. 1, pag. 128, ricercatore: Alì Shiri, Dar al-adhwa', Beirut, 1410 AH.
[13] Imam Alì (A), Nahj al-Balaghah, compilatore: Seyyed Razi, revisore: Azizallah Atarodi, p. 461, Bonyad Nahj al-Balaghah, s. l., prima stampa, 1993:
»لَمْ ینْصُرَا الْحَقَّ وَ لَمْ یخْذُلَا الْبَاطِلَ.»
[14] Shaykh Tusi, Al-Khilaf, vol. 1, pp. 376 e 380; vol. 2, pag. 168 …, Nashr-e Jame'e-ye Modarresin, Qom, prima stampa, 1407 AH.
[15] Ahmad ibn Alì ibn Hajar al-'Asqalani, Al-Isabat fi Tamyiz al-Sahabah, vol. 4, p. 622, Dar al-kutub al-'ilmiyyah, Beirut, 1415 AH.
[16] Usd al-Ghabah, vol. 4, p. 20.
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