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In base ai principi islamici la scienza ritenuta utile è quella da cui nascono buone azioni. Nonostante ciò, vediamo che alcuni sapienti trascurano le buone azioni; questo comportamento può essere causato da vari motivi: essi hanno imparato solamente dei concetti ma non sono dei veri sapienti; hanno calpestato il proprio sapere e hanno preferito la vita mondana a quella dell’Aldilà; non hanno utilizzato correttamente la propria perspicacia religiosa; pensano che ciò che hanno fatto fino ad un certo momento sia sufficiente; hanno dimenticato la sorveglianza di Dio e dei Suoi devoti, oppure sono talmente orgogliosi di sé da essere sicuri del perdono di Dio; sono tentati da Satana e rimandano le buone azioni al domani; sono stati sopraffatti dallo stratagemma di Dio e pensano che i vantaggi e il potere che hanno ricevuto in questo mondo è segno di approvazione divina; ecc.
Occorre pertanto cercare di contrastare questi difetti percorrendo la via del compiacimento divino attraverso il zikr (ricordo di Dio) e il tazakkur (rammentare spesso le proprie conoscenze).
In ogni caso non bisogna essere diffidenti nei confronti della gente di fede, in particolar modo i sapienti. Non è corretto pensare che non compiano nessuna buona azione, poiché è ovvio che molte buone azioni non sono visibili esteriormente e quindi gli altri non le vedono. È possibile che chi non è famoso per la propria adorazione e buone azioni, in realtà sia vicino a Dio, ma certamente coloro che peccano esplicitamente esulano da questo gruppo.
Prima di tutto è necessario confermare la sua preoccupazione, poiché anche gli Infallibili (A) hanno maledetto chi parla senza agire[1] paragonandolo ad un arciere senza frecce[2].
Un insieme di vari motivi è la causa del fatto che alcuni individui noti per la loro sapienza non mettono in pratica le loro conoscenze.
Alcuni di questi sono:
1. Mancanza di una vera conoscenza – Alcuni individui che mostrano di essere sapienti, internamente sono privi di conoscenza divina e hanno imparato solo dei concetti attraverso i quali sono riusciti a farsi spazio tra la gente e ottenere incarichi importanti. Costoro, come ha tramandato Abuzar Ghaffari, non sentiranno il profumo del Paradiso[3]; è ovvio che essi, a causa della loro impura intenzione, sfruttano ogni occasione per raggiungere il proprio obiettivo principale, anche a costo di calpestare i concetti e gli insegnamenti religiosi.
2. Preferenza della vita mondana rispetto a quella dell’Aldilà - Nella vita quotidiana incontriamo giovani che per esempio sono costretti a operare una scelta: esaudire un proprio sogno (un viaggio all’estero, il computer, una moto, ecc.) o ricevere supporto materiale e spirituale per il matrimonio? Essi sanno che i loro genitori non mentono e che possono permettersi solo una delle due soluzioni; tuttavia il loro desiderio di un piacere momentaneo prevale e rinunciano così a dei vantaggi che li avrebbero aiutati a costruire loro futuro!
Purtroppo anche tra i sapienti vi sono individui del genere! Il Corano in merito ad uno di loro (Balam Ba’ura) dice: “Racconta loro la storia di colui cui avevamo dato Nostri segni e che li trascurò. Satana lo seguì e fu uno dei traviati. Se avessimo voluto, lo avremmo elevato grazie a questi segni; ma si aggrappò alla terra e seguì le proprie passioni”.[4]
L’attaccamento eccessivo alla vita mondana (ricchezza o fama) è uno dei pericoli maggiori che minaccia i sapienti religiosi ed essi devono cercare di combatterlo chiedendo aiuto a Dio; in caso contrario, come ci hanno raccomandato le nostre guide, dobbiamo dubitare della loro religiosità[5].
3. Inutilizzo della perspicacia religiosa – A volte le persone, tra cui anche i sapienti, agiscono in un modo che considerano giustificato e positivo, quando in realtà è il contrario.
Iddio per descrivere questi individui dice: “Di': «Volete che vi citiamo coloro le cui opere sono più inutili, coloro il cui sforzo in questa vita li ha sviati, mentre credevano di fare il bene?»”[6], questo loro credo li accompagnerà fino al momento della morte, quando diranno agli angeli: «Non commettemmo male alcuno»”[7].
La causa di questi sbagli è Satana che cerca di far cadere in errore e mostrare positivamente ciò che è negativo[8]; costoro non riescono ad utilizzare la propria perspicacia religiosa in modo completo e discernere quindi il giusto dal falso. In altre parole, quando si tratta di riconoscere la strada giusta sono come ciechi[9] e nonostante la propria perspicacia, non la utilizzano e vengono deviati[10].
4. Pensare che le azioni già compiute siano sufficienti – Alcuni hanno registrato buone azioni, come il jihad, la zakat, il pellegrinaggio, ecc., nel proprio “fascicolo delle azioni” e Satana li tenta inducendoli a credere che ciò che hanno fatto fino a tale momento sia sufficiente per la loro beatitudine! In realtà l’essere umano non deve mai sentirsi completo e trascurare le proprie azioni, poiché è possibile che, in questo caso, le sue azioni passate siano cancellate[11].
5. Dimenticare la sorveglianza di Dio e dei Suoi devoti – Gli esseri umani, quando sanno di essere controllati a vista, commettono meno errori. Se invece questa vigilanza avviene di nascosto e il vigilante non è visibile, essi si sentono più sicuri e più liberi di commettere reati! Per questo motivo gli autisti, nonostante conoscano bene il codice stradale, cercano di rispettare le norme in presenza della polizia, mentre nelle autostrade e negli incroci dove sono installati gli autovelox, non si preoccupano più di tanto. Il fatto che non vedono la polizia, li porta ad essere negligenti, e non la mancanza di sorveglianza!
Quindi se noi non vediamo la presenza di Dio e dei Suoi devoti con l’occhio materiale, diventiamo negligenti e compiamo peccati. Per questo motivo Iddio ci ha ricordato decine e centinaia di volte la sua presenza e vigilanza[12]. Noi dobbiamo cercare di imprimere tale sorveglianza nella nostra mente per cercare di sbagliare il meno possibile.
6. Speranza nel perdono di Dio – Alcuni credenti non dubitano della presenza e vigilanza di Dio, però valutano la grazia di Dio e la speranza nel perdono dei propri peccati in un modo tale da agire inadeguatamente rispetto alle proprie conoscenze!
L’imam Sadiq (A) in merito a questi individui disse: “Se sei a conoscenza del fatto che Iddio ti vede, e nonostante ciò, ti astieni dal compiere atti riprovevoli presso gli altri, ma di fronte a Lui commetti peccato, è come se avessi considerato Iddio il sorvegliante più insignificante!”[13]. Tuttavia in una supplica attendibile leggiamo che ci si giustifica in questo modo: “O Dio! Il motivo del mio peccato non è che Ti considero il più insignificante dei sorveglianti, bensì è perché so che Tu nascondi il mio peccato e hai pazienza, non affretti la mia pena e …”.[14]
7. Rinvio – In base alla promessa divina di concedere il perdono ai Propri servi, una delle tentazioni di Satana è il far credere che sia rimasto del tempo per pentirsi e compiere buone azioni, e in questo modo la gente ritardando di giorno in giorno, rinvia la pratica delle azioni positive. I credenti devono considerare che: primo, il pentimento sul punto di morte è inutile[15]; secondo, la propria morte non è prevedibile e può arrivare in qualsiasi momento![16] Considerando questi due punti, non bisogna trascurare le buone azioni e nemmeno rinviarle.
8. Stratagemma divino - Alcuni considerano i beni ricevuti da Dio in questo mondo e il proprio progresso mondano, segni del compiacimento divino e di un’attenzione particolare da parte Sua. Questa supposizione in molti casi può essere corretta[17], ma bisogna anche considerare che se le proprie grazie aumentano senza aver compiuto buone azioni, è possibile che questo benessere sia segno dello stratagemma divino e porti a una brutta fine[18].
Quelli citati erano i motivi che spingono l’essere umano a non praticare nonostante sia sapiente, e che devono essere evitati.
Considerando che solamente con le buone azioni ci si può avvicinare a Dio[19], il miglior metodo per utilizzare la propria conoscenza è di ricordare Allah[20] e rammentare; cioè ricordare sempre Iddio e rammentare a sé stessi e agli altri ciò che sappiamo[21].
Gli atti d’adorazione ripetitivi come la preghiera sono un tipo di rammento pratico che, se eseguiti con attenzione, allontanano la negligenza dall’essere umano e prevengono i mali[22].
Per concludere è doveroso ricordare che anche i sapienti religiosi, come gli altri credenti, nonostante tutto il bene che compiono, è possibile che a volte commettano qualche piccolo errore[23]. Questo però non danneggia la loro fede e quindi non bisogna essere diffidenti verso tutti i sapienti o anche i credenti normali, pensando che la maggior parte di loro non fa del bene, infatti le buone azioni non sempre sono solo quelle che si vedono e che causano la lode degli altri! Piuttosto bisogna dubitare della religiosità di coloro che cercano di mettersi in mostra e diventare famosi presentandosi come individui pii e praticanti[24]. Occorre inoltre ricordare che le buone azioni che non vengono manifestate apertamente, hanno un merito maggiore dei comuni atti d’adorazione, ed è possibile che coloro che all’apparenza sembra che non compiano del bene, in realtà occupino un rango superiore rispetto agli altri![25]
Naturalmente da questo gruppo bisogna escludere chi pecca in modo esplicito , ed è per questo che nel caso specifico è concesso[26] parlare delle loro colpe anche se non sono personalmente presenti. È invece giusto guardare positivamente ai sapienti e a chi ha fede.
[1] Muhammad ibn al-Hasan Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 16, pag. 280, hadìth 21555, Mu'assese-ye Ahl al-Bayt, Qom, 1988.
[2] Ivi, vol. 7, pag. 145, hadìth 8962.
[3] Shahid al-Thani, Munyat al-Murid, pag. 142, Entesharat-e daftar-e tabliqat-e eslami, Qom, 1988.
[4] Sacro Corano, 7:175 e 176.
[5] Muhammad ibn Ya'qub Kulayni, Usul al-Kafi, vol. 1, pag. 46, hadìth 4, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, 1986.
[6] Sacro Corano, 18:103 e 104.
[7] Sacro Corano, 16:28.
[8] Sacro Corano, 16:63; 35:8; 8:48; ecc.
[9] Sacro Corano, 6:110.
[10] Sacro Corano, 29:38.
[11] Sacro Corano, 7:32 e 33; 49:2; 11:15 e 16; 33:19; 2:264; ecc.
[12] Sacro Corano, 10:61; 9:105; 14:42. Iddio, utilizzando termini diversi, ha dichiarato la
ropria sorveglianza sulle azioni umane; per esempio la parola khabir, cioè informato, nel Corano, è stata utilizzata più di quaranta volte.
[13] Mohammad Baqer Majlesi, Bihar al-Anwar, vol. 67, pag. 386, hadìth 48, Mu'assisah al-Wafa', Beirut, 1983.
[14] Ivi, vol. 95, pag. 84, parte della du'a di Abu Hamzah Thumali.
[15] Sacro Corano, 4:18; 23:99 e 100.
[16] Sacro Corano, 6:47; 7:95; 16:45; ecc.
[17] Sacro Corano, 12:101.
[18] Sacro Corano, 6:44; 7:182.
[19] Sacro Corano,18:110.
[20] Sacro Corano, 13:28.
[21] Sacro Corano, 50:45; 87:9 e 51:55.
[22] Sacro Corano, 29:45.
[23] Sacro Corano, 9:102.
[24] Wasa'il al-Shiah, vol. 1, pag. 79, hadìth 179.
[25] Ivi, vol. 16, pag. 248, hadìth 21478.
[26] Ivi, vol. 12, pag. 289, hadìth 16328.