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Secondo i libri di storia la sepoltura del corpo dell’Imam Husayn (A) e dei martiri di Karbalà avvenne dopo il tramonto del dodicesimo giorno del mese di Muharram per mano della gente appartenente alla tribù dei Bani Asad che risiedevano in un accampamento vicino a Karbalà.
Il martirio dell’Imam Husayn (A) e dei suoi compagni avvenne il decimo giorno di Muharram del 61 AH. La sepoltura dei corpi di quel nobile e dei martiri di Karbalà fu eseguita alla fine del dodicesimo giorno, ovvero due giorni dopo, per mano di alcuni membri della tribù dei Bani Asad[1] che erano accampati vicino a Karbalà.
Quando l’esercito di Abdullah ibn Zyad si diresse verso Kufa, i corpi dell’Imam Husayn (A) e dei suoi fedeli compagni furono lasciati a terra senza pietà e nessuno trovava il coraggio di seppellirli, fino a quando le donne della tribù dei Bani Asad non rimproverarono i loro uomini e li esortarono a seppellire le spoglie. Gli uomini della tribù dei Bani Asad cercarono quindi di seppellirli ma poiché i corpi erano stati fatti a pezzi non furono in grado di riconoscerli e rimasero incerti sul da farsi. In quel momento l’imam Sajjad (A) apparve tra di loro in incognito e presentò uno ad uno i corpi mentre li seppellivano. Una volta terminata la sepoltura, il nobile imam Sajjad (A) svelò loro la propria identità.[2]
[1] Nel libro “Dayirat al-Ma'arif Tashayyu'’” è stato riportato che:
I Bani Asad erano una delle tribù arabe discendenti da Asad ibn Khuzaymah ibn Madrakah … Questa tribù ebbe la grazia e l’onore di seppellire la nobile salma del Signore dei Martiri (A) e dei suoi compagni dopo la tragedia di Karbalà nel 61 AH. Da questa tribù ebbero origine molti compagni, sapienti, poeti e notabili imamiti. Anche alcune mogli del Profeta (S) appartenevano a questa tribù. Quest’ultima nel 19 AH emigrò dalle terre dell’Arabia in Iraq. Si stabilì a Kufa e a Ghadhiriyyah (periferia di Karbalà). È considerata una delle tribù coraggiose dell’Arabia. Quando Kufa fu fondata, questa tribù si aggiudicò un quartiere particolare a sud della moschea cittadina. Nel 36 AH nella guerra di Jamal, giurò fedeltà all’imam Alì (A) e combatté al suo fianco. Durante la tragedia di 'Ashurà si suddivise in tre gruppi: uno seguace dell’Imam (A), uno contrario e uno indifferente. Habib ibn Mazahir, Anas ibn Harath, Muslim ibn 'Awsajah, Qays ibn Muasahhar, Mawqi' ibn Thamamah e 'Amr ibn Khalid Saidawi erano i capi seguaci dell’Imam (A); mentre quello contrario era Khalid ibn Kahil Asadi, assassino del neonato dell’Imam (Alì Asghar).
Una parte delle donne del terzo gruppo (indifferente), dopo il martirio dell’Imam Husayn (A) avendo visto i corpi dei martiri, tornò alle proprie case e informò gli uomini affinché seppellissero i corpi. All’inizio le donne attrezzate di vanghe e picconi si diressero verso Karbalà e in seguito gli uomini, essendosi risvegliata la loro coscienza, le seguirono per adempiere alla sepoltura. Questo nobile gesto li rese famosi e da quel giorno divennero rispettabili agli occhi degli sciiti. Cfr.: Dayirat al-Ma'arif Tashayyu', vol. 3, pag. 340; Mohaddethi Javad, Farhangh-e 'Ashura, alla voce Bani Asad.
[2] Cfr.: 'Abdul -Razzaq al-Musawi al-Muqarram, Maqtal al-Husayn, pag. 414; Muhammad Baqir Malbubi, Al-Waqaya' wa al-Hawadith, vol. 4, pp. 59-61; Muruj al-Zihab, vol. 3, pag. 63; Mohaddethi Javad, Farhangh-e 'Ashura, alla voce Bani Asad.