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Numerosi hadìth sono stati tramandati sui mesi ricchi di virtù e Rajab è uno di questi. Le pratiche devozionali di questo mese sono le seguenti: digiuno; invocazioni come chiedere perdono, ecc.; ghusl; preghiera; pellegrinaggio meritorio alla Mecca; pellegrinaggio ai mausolei degli Imam (A), in particolar modo a quelli dell’imam Husayn(A) e dell’imam Ridha (A).
Il mese di Rajab è uno dei mesi haram[1] riguardo al quale gli hadìth tramandano le molte virtù.
Le pratiche devozionali citate negli hadìth per questo mese, sono di due tipi: una parte riguarda tutti i giorni del mese, come il digiuno e alcune invocazioni e suppliche; un’altra riguarda i momenti specifici di questo mese, come le pratiche devozionali, le suppliche e le preghiere che sono state riportate per ogni notte e giorno del mese in questione, oppure le pratiche che sono state raccomandate durante il periodo chiamato Ayyam al-Baydh (il tredicesimo, quattordicesimo e quindicesimo giorno del mese).
A. Le pratiche devozionali comuni del mese di Rajab
Digiuno:
1. L’Imam Sadiq (A) disse: “Il nobile Noè (A) salì sull’Arca il primo giorno del mese di Rajab, ordinò ai suoi compagni di digiunare durante quel giorno, e disse: «Chi digiuna in questo giorno, il fuoco dell’Inferno si allontanerà per un anno da lui; chi digiuna sette giorni di questo mese, si chiuderanno sette porte dell’Inferno per lui; se digiuna otto giorni, si apriranno otto porte del Paradiso per lui; chi digiuna quindici giorni, Iddio esaudirà le sue richieste e se qualcuno digiuna più di così, Iddio gli donerà in misura maggiore»”.[2]
2. L’Imam Kazim (A) disse: “Rajab è il nome di un fiume del Paradiso più bianco del latte e più dolce del miele, chi digiuna un giorno del mese di Rajab, Iddio lo disseterà da quel fiume”[3].
3. Inoltre lo stesso Imam (A) disse: “Il mese di Rajab è un grande mese nel quale le buone azioni hanno una ricompensa maggiore e i peccati vengono perdonati. Il fuoco dell’Inferno si allontanerà per cento anni da colui che digiuna un giorno del mese di Rajab, e il Paradiso diventerà obbligatorio per colui che digiuna tre giorni”[4].
Gli hadìth inerenti alle virtù del mese di Rajab sono numerosi ma noi ci limitiamo a questi.
Invocazioni e formule speciali:
1. L’Inviato di Dio (S) disse: «Colui che durante il mese di Rajab recita cento volte questa formula:
"أَسْتَغْفِرُ اللَّهَ الَّذِی لَا إِلَهَ إِلَّا هُوَ وَحْدَهُ لَا شَرِیکَ لَهُ وَ أَتُوبُ إِلَیْهِ"
“Astaghfirullaha-llazi la ilaha illahu wahdahu la sharika lah wa atubu ilayhi”,
e in seguito dona qualcosa in elemosina, Iddio terminerà la sua vita con misericordia e perdono …, e quando incontrerà Iddio il Giorno del Giudizio, Egli gli dirà: “Hai professato la Mia sovranità, quindi manifesta ogni tua richiesta affinché la esaudisca, poiché nessuno tranne Me può esaudire i tuoi desideri»[5].
2. Quel nobile in un altro hadìth disse: «Colui che dice mille volte:
"َلا إِلَهَ إِلَّا اللَّهُ"
“La ilaha illallah”,
Iddio scrive centomila ricompense nel registro delle sue azioni …»[6]
Anche le invocazioni e le formule di questo mese sono numerose, vi invitiamo quindi a consultare i libri di du'a che sono stati scritti in merito.
B. Le pratiche devozionali specifiche per il mese di Rajab
Tra queste pratiche vi sono delle preghiere che devono essere recitate ogni notte e le loro istruzioni sono state riportate negli hadìth[7].
Tra le pratiche specifiche: il ghusl della notte che precede il primo, il quindicesimo e l’ultimo giorno del mese[8]; le preghiere notturne per la notte antecedente il primo venerdì del mese di Rajab (Laylat al-Ragha'ib)[9]; le preghiere notturne per le notti precedenti il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo giorno (Layali al-Baydh)[10]; pellegrinaggio meritorio alla Mecca[11]; pellegrinaggio al mausoleo dell’imam Husayn (A)[12] e a quello dell’imam Ridha[13](A).
[1] Tra i dodici mesi dell’anno lunare, quattro di essi, Rajab, Shawwal, Zulqa'dah e Zulhajjah, sono chiamati haram poiché durante di essi è vietato ogni tipo di guerra. Tre di essi si conseguono e uno, Rajab, è separato dagli altri.
[2] Muhammad ibn Alì Saduq, Thawab al-A'mal, pag. 53, Entesharat-e Sharif Reza, Qom, 1985.
[3] Ibidem.
[4] Ibidem.
[5] Hurr 'Amili, Wasa'il al-Shi'ah, vol. 10, pag. 484, hadìth 13907, Mu'assisat Al al-Bayt, Qom 1409 AH.
[6] Ivi, hadìth 13908.
[7] Cfr.: Wasa'il al-Shi'ah, vol. 8, sezione 5, pag. 91.
[8] Ivi, vol. 3, pag. 334, sezione 22.
[9] Wasa’il al-Shi’ah, vol. 8, pag. 98, sezione 6.
[10] Ivi, pag. 24, sezione 3.
[11] Wasa’il al-Shi’ah, vol. 14, pag. 300, sezione 3.
[12] Ivi, pag. 465, sezione 50.
[13] Ivi, pag. 565, sezione 87.