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La definizione chiara e concisa della regola è che l’hakim dei musulmani, nei casi in cui un individuo si astiene dal pagare un diritto (nel suo significato generico) che deve, lo obbliga a pagare il diritto di cui è debitore.
Da un’analisi che non necessita troppo approfondimento delle fonti giuridiche, si deduce che la wilayah dell’hakim su colui che si astiene dal pagare un diritto, è un principio accettato da tutti i giurisperiti e non è oggetto di controversie, anche se in alcuni referenti pratici si possono notare alcune differenze.
Spiegazione della regola
La wilayah dell’hakim è uno dei dibattiti più antichi che si possa trovare nelle opere giuridiche. La natura delle regole islamiche e la loro missione, insieme a molti altri motivi, hanno fatto sì che questo argomento divenisse un pilastro base della giurisprudenza.
Da un’analisi che non necessita molto approfondimento delle fonti giuridiche, si deduce che la wilayah dell’hakim su colui che si astiene dal pagare un diritto, è un principio accettato da tutti i giurisperiti e non è oggetto di controversie, anche se in alcuni esempi pratici si possono notare alcune differenze.
La definizione chiara e concisa della regola è che l’hakim dei musulmani, nei casi in cui un individuo si astiene dal pagare un diritto (nel suo significato generico) che deve, lo obbliga a pagare il diritto di cui è debitore[1].
Chi è l’hakim?
Ogni hakim ha tale autorità? E solamente per il fatto che è musulmano e governa i musulmani, può avere tale autorità? Oppure ci si riferisce a coloro che conoscono tutte le norme, le questioni riguardanti gli atti d’adorazione e i contratti islamici, e hanno padronanza delle leggi da cui dedurre queste norme?
Nel libro Qava'ed-e Feqh, dopo un’analisi abbastanza approfondita del significato di hakim negli hadìth e nelle opinioni dei sapienti, è stato scritto che: «In sintesi, considerate le altre circostanze di utilizzo del termine hakim in giurisprudenza, pare che il significato di questo termine in questo caso, secondo i giurisperiti, sia “sapiente possedente tutte le condizioni che oltre ad avere il ruolo di giudice e procuratore, ha il ruolo di muhtasib[2] (nel suo significato generale) ed è in grado di svolgere un’estesa amministrazione»[3].
I motivi di questa regola
- Motivo generale (razionale e approvato dagli individui razionali) - La protezione della società e l’instaurazione della giustizia è il motto di tutta l’umanità, perciò l’intelletto induce all’instaurazione di tale giustizia. D’altro canto in una società dove il rispetto della legge e dei doveri legislativi sono stati accettati come fondamento dei rapporti sociali, è obbligatorio comportarsi adeguatamente con coloro che disobbediscono alla legge, affinché la loro violazione dei limiti stabiliti dalle autorità competenti e legislatrici, non crei problemi all’ordine sociale incitando altri a commettere reati. Questo semplice ragionamento giuridico è la base più importante della regola in questione.
Pertanto la maggior parte dei giurisperiti non ha sentito il bisogno di ragionamenti, né di dare delle motivazioni per basarsi su questa regola e ha considerato la wilayah dell’hakim verso chi si astiene dal pagare un diritto, un principio ovvio e inconfutabile. Il motivo di questa conclusione è la chiarezza della norma e il suo chiaro supporto razionale, oppure il fatto che considerano sufficienti le prove per dimostrare l’autorità della wilayah dell’hakim senza bisogno di dimostrare anche quest’altra questione[4].
b. Motivo particolare - La frase “Al-hakim waly al-mumtani'” (L’hakim è il waly di colui che si astiene dal pagare un diritto) non è stata riportata con questa forma negli hadìth, però si può dedurre un significato affine da alcuni di essi.
1. L’hadìth di Salamah ibn Kuhay, nel quale egli narra che Alì (A) disse a Shurayh: «Controlla coloro che trascurano di pagare i debiti alla gente nonostante le loro possibilità economiche. Fai valere i diritti della gente vendendo le loro proprietà e beni, poiché io ho sentito dall’Inviato di Allah (S) che la negligenza (sahl) da parte di un individuo capace, è un’oppressione verso i musulmani creditori»[5].
Sebbene alcuni considerino che sahl significhi debolezza, però considerando il testo, l’hadith è stato accettato[6].
2. L’hadith di Huzaifah, nel quale tramanda dall’imam Sadiq (S) che al tempo dell’Inviato di Allah (S) vi era penuria di grano. I musulmani andarono da lui e dissero: «O Inviato di Dio, il grano è introvabile e non ce n’è altro fuorché presso tal persona, ordinale di venderlo». L’Inviato di Dio (S) si rivolse a quel tale e disse: «I musulmani riferiscono che il grano è diventato introvabile tranne quello che si trova presso di te. Vendilo tutto nel modo che preferisci ma non conservarlo»[7].
Tuttavia nel testo citato non è stato fatto riferimento all’astensione dalla vendita del grano affinché venisse praticata la wilayah cioè la vendita diretta da parte del Profeta stesso (S)[8]. Nonostante ciò è chiaro che la persona in questione si rifiutava di vendere il grano, altrimenti non avrebbe avuto senso che la gente si rivolgesse al Profeta (S) e chiedesse che emanasse l’ordine di venderlo.
3. L’hadith di Abu Basir, nel quale riferisce che l’imam Baqir (A) disse: «L’imam ha il diritto di separare chiunque si rifiuti di procurare vestiti e cibo alla moglie». Sia nel caso che si supponga l’incapacità di provvedere a ciò sia l’astensione da esso, il significato esoterico di tale hadìth è che l’imam si astiene dal far divorziare la moglie[9].
4. Ijma' (accordo comune dei sapienti): nelle parole di alcuni sapienti è stato affermato che vi è un ijma' in merito a questa regola[10]. Questo ijma' anche se non è stato affermato direttamente per questa regola, è stato più volte accettato per i suoi esempi pratici[11].
Tenendo presente quanto detto, diviene chiaro il significato e i motivi della regola in questione; però come riferito, questa regola trova diverse applicazioni in giurisprudenza e per ognuna di esse sono state compiute discussioni dettagliate.
[1] Fattah Shahidi Tabrizi, Hidayat al-Talib ila Asrar al-Makasib, vol. 3, p. 605, Ciap-e ettela'at, Tabriz, 1996.
[2] Colui che ha la responsabilità di applicare le norme shariatiche, controllare la gente del bazar, impedire ai venditori di comportarsi in modo contrario alla sharia e di imbrogliare, nonché impedire atti contrari alla religione.
[3] Seyyed Mostafà Mohaqqeq Damad, Qava'ed-e Feqh, vol. 3, p. 213, Markaz-e nashr-e olum-e eslami, Teheran, 1406 AH.
[4] Cfr.: Mohammad Hoseyn Esfahani, Hashyat Kitab al-Makasib, vol. 2, p. 399, Anwar al-huda, Qom, nuova ristampa, 1418 AH.
[5] Mohammad ibn Ya'qub Kulayni, Al-Kafi, vol. 7, p. 412, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, 1407 AH.
[6] Seyyed Mostafà Mohaqqeq Damad, Qava'ed-e Feqh, vol. 3, p. 205, Markaz-e nashr-e olum-e eslami, Teheran, 1406 AH.
[7] Mohammad ibn Ya'qub Kulayni, Al-Kafi, vol. 5, p. 164, Dar al-kutub al-islamiyyah, Teheran, 1407 AH.
[8] Seyyed Mostafà Mohaqqeq Damad, Qava'ed-e Feqh, vol. 3, p. 206, Markaz-e nashr-e olum-e eslami, Teheran, 1406 AH.
[9] Mohammad ibn Alì Saduq, Man la Yahdhuruh al- Faqih, vol. 3, p. 441, Daftar-e entesharat-e eslami, Qom, 1413 AH.
[10] Mohammad Hasan Najafi, Jawahir al-Kalam, vol. 22, p. 485, Dar ihya' al-turath al-'arabi, Beirut, s. d.
[11] Il defunto sheikh Mohammad Hoseyn Gharavi Esfahani al riguardo disse: «La wilayah dell’hakim in molti di questi casi (e referenti) è basata sull’ijma' e nei discorsi dei Compagni (N.d.T.: del Profeta) è stato considerato come un principio ovvio, infatti, veniva utilizzato senza bisogno di dimostrarlo». Hashyat Kitab al-Makasib, vol. 2, p. 399, Anwar al-huda, Qom, nuova ristampa, 1418 AH.