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Data aggiornamento:
2013/05/26
Domanda concisa
Come si può definire e dimostrare il miracolo?
Domanda
Come si può definire e dimostrare il miracolo?
Risposta concisa
Con miracolo s’intende un atto soprannaturale che da una parte è accompagnato da una sfida e dall’altra corrisponde all’affermazione presentata da colui che compie il miracolo. Un atto è soprannaturale quando supera i limiti delle leggi ordinarie della natura.
Quando diciamo che il miracolo è un atto soprannaturale, questo non significa che non ha una causa o che neghiamo il principio di causalità. Il miracolo ha cause naturali come gli altri fenomeni normali, tuttavia la gente non riesce a percepire tali cause e non le conosce. Per sfida s’intende che il profeta taumaturgo invita coloro, che non credono nel suo miracolo e non considerano veritiero il suo appello, a compiere un atto simile al suo.
Il miracolo emana dallo spirito dei profeti con il permesso di Dio, cioè grazie alla forza perpetua e illimitata di Dio che è perciò sempre dominante e soggiogante. Il miracolo non ha bisogno di apprendimento o di esercizio e perciò non richiede condizioni particolari. Il miracolo compiuto dai profeti non è fatto per intrattenere, né simili, bensì avviene per guidare l’umanità e in questo modo si differenzia dal miracolo non profetico, dall’esaudimento della preghiera, dalla magia, e così via.
Nei miracoli non profetici non sono implicate una sfida, la guida dell’umanità e l’affermazione profetica. In magia e negli atti che compiono i fachiri, non c’è nessuna origine naturale e anche ove vi fosse, essa non mirerebbe ad un obiettivo sacro. Inoltre l’individuo in questione ottiene tale risultato attraverso l’apprendimento e l’esercizio ed è in grado di compiere solo un determinato atto; poiché esso ha origine dalla forza umana e l’essere umano e la sua forza sono limitati, l’atto soprannaturale che viene eseguito da tale individuo può essere soggiogato da una forza superiore.
Per quanto riguarda la dimostrazione del miracolo, esso è di due tipi, a volte è un’azione e altre volte è verbale. L’atto miracoloso coinvolge i sensi della gente, avviene in un arco di tempo preciso e poi non ne rimane traccia, ad eccezione di alcune azioni miracolose del Profeta dell’Islam (S) che sono rimaste.
La dimostrazione di questo tipo, per coloro che non erano presenti all’epoca del compimento del miracolo, è possibile attraverso l’analisi degli hadìth che narrano di tale miracolo.
Il miracolo verbale del Profeta dell’Islam (S) come risaputo è il Corano; esso ha più volte sfidato i suoi negatori.
La sfida lanciata dal Corano non riguarda solo campi specifici come l’eloquenza e la retorica, bensì può essere sfidato sotto qualsiasi aspetto in cui c’è la possibilità di essere migliore, come la previsione dell’occulto, la trattazione di questioni scientifiche, l’assenza di contraddizioni nel Corano, e così via. Per dimostrare tale miracolo bisogna analizzare le dimensioni miracolose nel Corano, ossia dimostrare che in diversi campi esso è migliore e l’umanità è incapace di offrire qualcosa di simile.
Quando diciamo che il miracolo è un atto soprannaturale, questo non significa che non ha una causa o che neghiamo il principio di causalità. Il miracolo ha cause naturali come gli altri fenomeni normali, tuttavia la gente non riesce a percepire tali cause e non le conosce. Per sfida s’intende che il profeta taumaturgo invita coloro, che non credono nel suo miracolo e non considerano veritiero il suo appello, a compiere un atto simile al suo.
Il miracolo emana dallo spirito dei profeti con il permesso di Dio, cioè grazie alla forza perpetua e illimitata di Dio che è perciò sempre dominante e soggiogante. Il miracolo non ha bisogno di apprendimento o di esercizio e perciò non richiede condizioni particolari. Il miracolo compiuto dai profeti non è fatto per intrattenere, né simili, bensì avviene per guidare l’umanità e in questo modo si differenzia dal miracolo non profetico, dall’esaudimento della preghiera, dalla magia, e così via.
Nei miracoli non profetici non sono implicate una sfida, la guida dell’umanità e l’affermazione profetica. In magia e negli atti che compiono i fachiri, non c’è nessuna origine naturale e anche ove vi fosse, essa non mirerebbe ad un obiettivo sacro. Inoltre l’individuo in questione ottiene tale risultato attraverso l’apprendimento e l’esercizio ed è in grado di compiere solo un determinato atto; poiché esso ha origine dalla forza umana e l’essere umano e la sua forza sono limitati, l’atto soprannaturale che viene eseguito da tale individuo può essere soggiogato da una forza superiore.
Per quanto riguarda la dimostrazione del miracolo, esso è di due tipi, a volte è un’azione e altre volte è verbale. L’atto miracoloso coinvolge i sensi della gente, avviene in un arco di tempo preciso e poi non ne rimane traccia, ad eccezione di alcune azioni miracolose del Profeta dell’Islam (S) che sono rimaste.
La dimostrazione di questo tipo, per coloro che non erano presenti all’epoca del compimento del miracolo, è possibile attraverso l’analisi degli hadìth che narrano di tale miracolo.
Il miracolo verbale del Profeta dell’Islam (S) come risaputo è il Corano; esso ha più volte sfidato i suoi negatori.
La sfida lanciata dal Corano non riguarda solo campi specifici come l’eloquenza e la retorica, bensì può essere sfidato sotto qualsiasi aspetto in cui c’è la possibilità di essere migliore, come la previsione dell’occulto, la trattazione di questioni scientifiche, l’assenza di contraddizioni nel Corano, e così via. Per dimostrare tale miracolo bisogna analizzare le dimensioni miracolose nel Corano, ossia dimostrare che in diversi campi esso è migliore e l’umanità è incapace di offrire qualcosa di simile.
Risposta dettagliata
I sapienti islamici in merito alla definizione di miracolo hanno detto[1]:
“Con miracolo s’intende un atto soprannaturale che da una parte è accompagnato da una sfida e dall’altra corrisponde all’affermazione presentata da colui che compie il miracolo”. Vengono definiti soprannaturali quelle cose, eventi e comportamenti che sono contrari alle leggi usuali della natura. Il fatto che si dice che il miracolo è sovrannaturale, non significa che esso costituisce un’eccezione al principio di causalità. Un miracolo non è negazione delle cause, poiché il principio di causalità è accettato sia razionalmente che dal Corano. Il principio di causalità[2] e gli atti soprannaturali sono entrambi accettati dal Sacro Corano, che però insegna all’umanità anche principi quali che l’autorità della causalità è nelle mani di Dio, le cause materiali non sono indipendenti nella loro influenza e la causa reale è Iddio[3]; tra le cause che influiscono sui miracoli, vi è lo spirito dei profeti[4], e l’Origine collocata nello spirito dei profeti, dei devoti di Dio e dei credenti, sovrasta tutte le cause esteriori e le domina[5].
In poche parole il miracolo e tutte le altre cose soprannaturali, come del resto le altre cose ordinarie, necessitano di cause naturali e inoltre, entrambi (miracoli ed eventi ordinari), usufruiscono di cause interne. Le cause interne, sono diverse da quelle che noi consideriamo cause; però nelle cose ordinarie, le cause esteriori e ordinarie sono congiunte a quelle interne e reali, che a loro volta sono congiunte al volere e all’ordine divino. Invero a volte le cause reali non concordano con quelle esteriori e quindi queste ultime perdono la loro influenza e quell’oggetto ordinario non si realizza, poiché non era interesse del volere e dell’ordine divino. Al contrario le cose soprannaturali non sono basate sulle cause naturali ordinarie, bensì su quelle naturali inusuali, ossia le cause che non sono percepibili alla maggior parte della gente. In realtà anche le cause naturali inusuali sono congiunte alle cause reali ed interne e infine sono basate sul volere di Dio.
Tra le altri condizioni del miracolo vi è il lancio di una sfida, cioè il profeta che compie il miracolo invita tutti, in particolar modo i negatori e gli increduli, a compiere un atto simile al suo nel caso considerino il suo miracolo un’azione ordinaria che non dimostra la veridicità del suo invito divino[6].
In altre parole miracolo significa “prova divina”, che avviene per dimostrare una missione divina e quindi è vincolata a condizioni specifiche ed è accompagnata da una sfida[7].
Tra le condizioni del miracolo che sono state citate anche nella definizione di miracolo, c’è quella che esso deve combaciare con ciò che è stato affermato, cioè se qualcuno afferma la propria profezia e per esempio dichiara che il proprio miracolo consiste nel guarire un cieco, il cieco dovrà guarire affinché sia provata la sua veridicità[8].
Quindi il miracolo è un evento sovrannaturale e gli eventi sovrannaturali, nonostante comprendano la magia, la predizione, l’esaudimento della preghiera, ecc., non possono competere con il miracolo e le loro cause vengono sopraffatte. Il miracolo è tale poiché le sue cause naturali ed eccezionali non vengono mai sopraffatte, bensì predominano sempre[9]. La magia non ha né un’origine divina, né naturale, né una vera realtà esterna; la maggior parte delle volte è basata su una distrazione, per esempio superando la velocità della vista, attraverso un’ambiguità, immaginazione o una suggestione; e se in alcuni casi avesse anche una fonte naturale, servirebbe per raggiungere obiettivi malefici e il più delle volte sarebbe legata ad ignoranza e superstizioni.
In poche parole la soprannaturalità di origine umana, anche nello scopo, è differente dal miracolo dei profeti. I profeti compiono i miracoli per guidare l’umanità, non come forma d’intrattenimento...
Da un altro lato il miracolo non richiede condizioni particolari, ossia per compierlo non c’è bisogno di apprendimento e di esercizio, a differenza di ciò che compiono i fachiri che da una parte hanno bisogno di imparare e di esercitarsi e, dall’altra, non possono realizzare qualsiasi cosa. Ciò è dovuto al fatto che il miracolo dei profeti è basato sulla forza eterna e infinita di Dio, mentre le azioni soprannaturali che scaturiscono dagli altri provengono dalla forza limitata dell’essere umano, pertanto si può competere con le azioni soprannaturali di origine umana e nessuno di coloro che compiono tali azioni ha il coraggio di proporre una sfida[10].
Il miracolo si differenzia dall’esaudimento della preghiera e simili, poiché è accompagnato da una sfida e dalla guida dell’umanità, attestando così la veridicità della profezia di un profeta, della sua missione e del suo invito rivolto alla gente. Per questo motivo chi compie un miracolo è libero di eseguirlo, in altre parole ogniqualvolta gli sia chiesto, egli può compierlo e allora Iddio concretizza la sua volontà. Al contrario, l’esaudimento della preghiera e gli atti miracolosi dei devoti di Dio, poiché non vi è alcuna sfida e non influiscono sulla guida di alcuno, è possibile che siano infranti e ciò non influirà sulla deviazione di alcuno[11].
In altre parole l’atto miracoloso non profetico è un atto soprannaturale risultante solamente dalla forza spirituale e dalla santità di una persona perfetta o semi-perfetta, non serve per dimostrare un obiettivo divino specifico e in realtà il miracolo è il verbo di Dio per approvare un individuo, mentre il miracolo non profetico non ha tale significato[12].
In ogni caso il miracolo accompagnato da un’affermazione profetica è una peculiarità del profeta e se un individuo compie un miracolo, attraverso il miracolo accompagnato da un’affermazione profetica, veniamo a conoscenza della veridicità della sua dichiarazione, poiché la manifestazione di un miracolo da parte di un impostore è razionalmente scorretto. Se invece pur compiendo un miracolo, non afferma la propria missione profetica, il miracolo non attesta la sua profezia, poiché il miracolo di per sé non dimostra la profezia di alcuno, ma ne dimostra la veridicità nel caso venga dichiarata; se l’affermazione è accompagnata dalla dichiarazione della missione profetica, il compimento del miracolo significa che l’affermatore è sincero nella propria dichiarazione e questa veridicità conferma la sua profezia.
In realtà un profeta può compiere un miracolo anche prima della profezia, ma questo solamente con l’intento di preparare la gente ad ascoltare l’invito (irhas)[13].
Sì, il miracolo profetico avviene solamente dopo l’inizio dell’invito dei profeti ed è accompagnato da una sfida; in caso contrario se si assistesse ad un atto soprannaturale da parte dei profeti, esso verrebbe considerato un miracolo non profetico, sebbene comunemente tutti gli atti miracolosi dei profeti e dei puri Imam (A) siano considerati miracoli[14].
La dimostrazione del miracolo dipende dal chiarimento di due questioni: la prima riguarda i tipi di miracoli del Profeta (S) e la seconda gli aspetti miracolosi del Corano.
I tipi di miracoli - Il miracolo è di due tipi: un’azione o verbale.
Il miracolo sotto forma di azione consiste nell’influire sul creato tramite la wilayat esistenziante[15], con il permesso di Dio, come la divisione della luna[16] e lo spostamento dell’albero[17] da parte del Profeta dell’Islam (S); il miracolo della terra[18] e del mare[19] nella storia di Creso e di Faraone da parte del nobile Mosè (A); il miracolo della montagna[20] da parte del nobile Salih; la guarigione dei ciechi e dei lebbrosi, e la resurrezione dei morti[21] da parte del nobile Gesù (A) e la rimozione miracolosa del portone della fortezza di Khaybar da parte dell’imam Alì (A)[22].
Il miracolo verbale consiste nelle parole di Dio, del Profeta (S) e degli Imam (A) che contengono profonde e vere conoscenze che hanno stupito ed entusiasmato l’intelletto degli esseri umani.
In merito alla differenza tra miracolo attivo e verbale bisogna dire che il primo è sia limitato ad un’epoca e luogo particolari, sia dedicato alla gente comune, poiché essa percepisce attraverso i sensi[23]. Per quanto riguarda il miracolo verbale, esso non appartiene ad un’epoca specifica ma è rivolto a tutte le epoche e all’élite.
Invero tra le azioni miracolose del Profeta (S) c’è la determinazione della direzione della qiblah da Medina, tuttora valida; il Profeta (S), senza l’utilizzo di strumenti e leggi astronomiche, si rivolse verso la Ka'bah e disse: “Il mio mihrab è di fronte alla grondaia della Casa di Dio”[24].
La dimostrazione del miracolo avvenuto sotto forma di azione, necessita di un’analisi degli hadìth che narrano quel miracolo. Se la fonte di trasmissione di quegli hadìth è accettata o vi sono degli indizi che ne provano la veridicità, accetteremo quel miracolo, altrimenti, in assenza di prove, non possiamo comunque escludere la possibilità che sia avvenuto. Sì, quel gruppo di azioni miracolose compiute dai profeti che il Corano ha narrato, le accettiamo senza dubbio alcuno e allo stesso modo i miracoli tuttora presenti.
Il miracolo del Corano - Il precursore dei miracoli verbali è il Corano. In merito alla sua fonte di emanazione e al restare inalterato, nessuno può dubitarne; ciò che rimane da discutere è il perché il Corano sia un miracolo.
Per replicare a questo interrogativo, è necessario chiarire gli aspetti del miracolo, cioè analizzare il Corano da vari punti di vista per dimostrare che è il verbo di Dio.
Gli aspetti miracolosi del Corano[25] - Il Corano ha lanciato sfide in vari ambiti; di seguito citiamo alcune di queste sfide:
“Con miracolo s’intende un atto soprannaturale che da una parte è accompagnato da una sfida e dall’altra corrisponde all’affermazione presentata da colui che compie il miracolo”. Vengono definiti soprannaturali quelle cose, eventi e comportamenti che sono contrari alle leggi usuali della natura. Il fatto che si dice che il miracolo è sovrannaturale, non significa che esso costituisce un’eccezione al principio di causalità. Un miracolo non è negazione delle cause, poiché il principio di causalità è accettato sia razionalmente che dal Corano. Il principio di causalità[2] e gli atti soprannaturali sono entrambi accettati dal Sacro Corano, che però insegna all’umanità anche principi quali che l’autorità della causalità è nelle mani di Dio, le cause materiali non sono indipendenti nella loro influenza e la causa reale è Iddio[3]; tra le cause che influiscono sui miracoli, vi è lo spirito dei profeti[4], e l’Origine collocata nello spirito dei profeti, dei devoti di Dio e dei credenti, sovrasta tutte le cause esteriori e le domina[5].
In poche parole il miracolo e tutte le altre cose soprannaturali, come del resto le altre cose ordinarie, necessitano di cause naturali e inoltre, entrambi (miracoli ed eventi ordinari), usufruiscono di cause interne. Le cause interne, sono diverse da quelle che noi consideriamo cause; però nelle cose ordinarie, le cause esteriori e ordinarie sono congiunte a quelle interne e reali, che a loro volta sono congiunte al volere e all’ordine divino. Invero a volte le cause reali non concordano con quelle esteriori e quindi queste ultime perdono la loro influenza e quell’oggetto ordinario non si realizza, poiché non era interesse del volere e dell’ordine divino. Al contrario le cose soprannaturali non sono basate sulle cause naturali ordinarie, bensì su quelle naturali inusuali, ossia le cause che non sono percepibili alla maggior parte della gente. In realtà anche le cause naturali inusuali sono congiunte alle cause reali ed interne e infine sono basate sul volere di Dio.
Tra le altri condizioni del miracolo vi è il lancio di una sfida, cioè il profeta che compie il miracolo invita tutti, in particolar modo i negatori e gli increduli, a compiere un atto simile al suo nel caso considerino il suo miracolo un’azione ordinaria che non dimostra la veridicità del suo invito divino[6].
In altre parole miracolo significa “prova divina”, che avviene per dimostrare una missione divina e quindi è vincolata a condizioni specifiche ed è accompagnata da una sfida[7].
Tra le condizioni del miracolo che sono state citate anche nella definizione di miracolo, c’è quella che esso deve combaciare con ciò che è stato affermato, cioè se qualcuno afferma la propria profezia e per esempio dichiara che il proprio miracolo consiste nel guarire un cieco, il cieco dovrà guarire affinché sia provata la sua veridicità[8].
Quindi il miracolo è un evento sovrannaturale e gli eventi sovrannaturali, nonostante comprendano la magia, la predizione, l’esaudimento della preghiera, ecc., non possono competere con il miracolo e le loro cause vengono sopraffatte. Il miracolo è tale poiché le sue cause naturali ed eccezionali non vengono mai sopraffatte, bensì predominano sempre[9]. La magia non ha né un’origine divina, né naturale, né una vera realtà esterna; la maggior parte delle volte è basata su una distrazione, per esempio superando la velocità della vista, attraverso un’ambiguità, immaginazione o una suggestione; e se in alcuni casi avesse anche una fonte naturale, servirebbe per raggiungere obiettivi malefici e il più delle volte sarebbe legata ad ignoranza e superstizioni.
In poche parole la soprannaturalità di origine umana, anche nello scopo, è differente dal miracolo dei profeti. I profeti compiono i miracoli per guidare l’umanità, non come forma d’intrattenimento...
Da un altro lato il miracolo non richiede condizioni particolari, ossia per compierlo non c’è bisogno di apprendimento e di esercizio, a differenza di ciò che compiono i fachiri che da una parte hanno bisogno di imparare e di esercitarsi e, dall’altra, non possono realizzare qualsiasi cosa. Ciò è dovuto al fatto che il miracolo dei profeti è basato sulla forza eterna e infinita di Dio, mentre le azioni soprannaturali che scaturiscono dagli altri provengono dalla forza limitata dell’essere umano, pertanto si può competere con le azioni soprannaturali di origine umana e nessuno di coloro che compiono tali azioni ha il coraggio di proporre una sfida[10].
Il miracolo si differenzia dall’esaudimento della preghiera e simili, poiché è accompagnato da una sfida e dalla guida dell’umanità, attestando così la veridicità della profezia di un profeta, della sua missione e del suo invito rivolto alla gente. Per questo motivo chi compie un miracolo è libero di eseguirlo, in altre parole ogniqualvolta gli sia chiesto, egli può compierlo e allora Iddio concretizza la sua volontà. Al contrario, l’esaudimento della preghiera e gli atti miracolosi dei devoti di Dio, poiché non vi è alcuna sfida e non influiscono sulla guida di alcuno, è possibile che siano infranti e ciò non influirà sulla deviazione di alcuno[11].
In altre parole l’atto miracoloso non profetico è un atto soprannaturale risultante solamente dalla forza spirituale e dalla santità di una persona perfetta o semi-perfetta, non serve per dimostrare un obiettivo divino specifico e in realtà il miracolo è il verbo di Dio per approvare un individuo, mentre il miracolo non profetico non ha tale significato[12].
In ogni caso il miracolo accompagnato da un’affermazione profetica è una peculiarità del profeta e se un individuo compie un miracolo, attraverso il miracolo accompagnato da un’affermazione profetica, veniamo a conoscenza della veridicità della sua dichiarazione, poiché la manifestazione di un miracolo da parte di un impostore è razionalmente scorretto. Se invece pur compiendo un miracolo, non afferma la propria missione profetica, il miracolo non attesta la sua profezia, poiché il miracolo di per sé non dimostra la profezia di alcuno, ma ne dimostra la veridicità nel caso venga dichiarata; se l’affermazione è accompagnata dalla dichiarazione della missione profetica, il compimento del miracolo significa che l’affermatore è sincero nella propria dichiarazione e questa veridicità conferma la sua profezia.
In realtà un profeta può compiere un miracolo anche prima della profezia, ma questo solamente con l’intento di preparare la gente ad ascoltare l’invito (irhas)[13].
Sì, il miracolo profetico avviene solamente dopo l’inizio dell’invito dei profeti ed è accompagnato da una sfida; in caso contrario se si assistesse ad un atto soprannaturale da parte dei profeti, esso verrebbe considerato un miracolo non profetico, sebbene comunemente tutti gli atti miracolosi dei profeti e dei puri Imam (A) siano considerati miracoli[14].
La dimostrazione del miracolo dipende dal chiarimento di due questioni: la prima riguarda i tipi di miracoli del Profeta (S) e la seconda gli aspetti miracolosi del Corano.
I tipi di miracoli - Il miracolo è di due tipi: un’azione o verbale.
Il miracolo sotto forma di azione consiste nell’influire sul creato tramite la wilayat esistenziante[15], con il permesso di Dio, come la divisione della luna[16] e lo spostamento dell’albero[17] da parte del Profeta dell’Islam (S); il miracolo della terra[18] e del mare[19] nella storia di Creso e di Faraone da parte del nobile Mosè (A); il miracolo della montagna[20] da parte del nobile Salih; la guarigione dei ciechi e dei lebbrosi, e la resurrezione dei morti[21] da parte del nobile Gesù (A) e la rimozione miracolosa del portone della fortezza di Khaybar da parte dell’imam Alì (A)[22].
Il miracolo verbale consiste nelle parole di Dio, del Profeta (S) e degli Imam (A) che contengono profonde e vere conoscenze che hanno stupito ed entusiasmato l’intelletto degli esseri umani.
In merito alla differenza tra miracolo attivo e verbale bisogna dire che il primo è sia limitato ad un’epoca e luogo particolari, sia dedicato alla gente comune, poiché essa percepisce attraverso i sensi[23]. Per quanto riguarda il miracolo verbale, esso non appartiene ad un’epoca specifica ma è rivolto a tutte le epoche e all’élite.
Invero tra le azioni miracolose del Profeta (S) c’è la determinazione della direzione della qiblah da Medina, tuttora valida; il Profeta (S), senza l’utilizzo di strumenti e leggi astronomiche, si rivolse verso la Ka'bah e disse: “Il mio mihrab è di fronte alla grondaia della Casa di Dio”[24].
La dimostrazione del miracolo avvenuto sotto forma di azione, necessita di un’analisi degli hadìth che narrano quel miracolo. Se la fonte di trasmissione di quegli hadìth è accettata o vi sono degli indizi che ne provano la veridicità, accetteremo quel miracolo, altrimenti, in assenza di prove, non possiamo comunque escludere la possibilità che sia avvenuto. Sì, quel gruppo di azioni miracolose compiute dai profeti che il Corano ha narrato, le accettiamo senza dubbio alcuno e allo stesso modo i miracoli tuttora presenti.
Il miracolo del Corano - Il precursore dei miracoli verbali è il Corano. In merito alla sua fonte di emanazione e al restare inalterato, nessuno può dubitarne; ciò che rimane da discutere è il perché il Corano sia un miracolo.
Per replicare a questo interrogativo, è necessario chiarire gli aspetti del miracolo, cioè analizzare il Corano da vari punti di vista per dimostrare che è il verbo di Dio.
Gli aspetti miracolosi del Corano[25] - Il Corano ha lanciato sfide in vari ambiti; di seguito citiamo alcune di queste sfide:
- Eloquenza e retorica[26]
- Assenza di contraddizioni tra le conoscenze avanzate[27]; per questo motivo il nobile Alì (A) disse: “Una parte del Corano parla del significato di un’altra e una parte è testimone di un’altra”.
- Informazioni occulte[28].
- Colui al quale è stato rivelato il Corano[29].
- La scienza[30], ecc.
Il Sacro Corano dimostra la propria miracolosità e veridicità in questo modo: chi è analfabeta e non ha compiuto studi, ed è nato in un ambiente privo di etica, conoscenze e civiltà umana, non può offrire agli esseri umani conoscenze, etica e regole religiose riguardanti gli atti d’adorazione, la compravendita e le politiche sociali, e ogni altra cosa di cui l’umanità necessita, meravigliando i sapienti che si ritrovano incapaci di comprendere tutto ciò. Il Corano ha espresso i punti generali e salienti delle questioni, non omettendo neanche i minimi dettagli. Ancor più stupefacente è il fatto che tutte le sue informazioni sono basate sull’indole intrinseca umana e il principio del monoteismo, infatti i dettagli delle sue norme, dopo essere state approfondite, vengono collegate al monoteismo, il cui principio a sua volta, analizzato, viene ricoleggato a quegli stessi dettagli.
Sia le parole del Corano sono un miracolo sia il loro significato esoterico, cioè sia si esprime in modo eloquente, sia esprime nobili concetti[31]. Finora nessuno ha dichiarato di poter sfidare il Corano nei vari campi o almeno proporre una sura simile ad Al-Kawthar.
In conclusione è necessario rammentare che il Corano, nelle proprie parole, ha lanciato una sfida generale[32] invitando a presentare un libro simile, non ha chiesto un libro eloquente e retorico come il Corano oppure un libro contenente le stesse conoscenze. Da ciò si deduce che il Corano è migliore sotto qualsiasi aspetto lo si voglia considerare. Suddetta sfida e impotenza riguardano ogni singolo individuo di ogni epoca; se qualcuno non ha la capacità di comprendere gli aspetti miracolosi del Corano, per dimostrare a se stesso il miracolo coranico deve rivolgersi ai sapienti migliori, ossia coloro che si sono sforzati per tutta la vita di comprendere le scienze coraniche e sono convinti che il Corano è un oceano di scienza di cui hanno assaporato solamente una goccia.
Sia le parole del Corano sono un miracolo sia il loro significato esoterico, cioè sia si esprime in modo eloquente, sia esprime nobili concetti[31]. Finora nessuno ha dichiarato di poter sfidare il Corano nei vari campi o almeno proporre una sura simile ad Al-Kawthar.
In conclusione è necessario rammentare che il Corano, nelle proprie parole, ha lanciato una sfida generale[32] invitando a presentare un libro simile, non ha chiesto un libro eloquente e retorico come il Corano oppure un libro contenente le stesse conoscenze. Da ciò si deduce che il Corano è migliore sotto qualsiasi aspetto lo si voglia considerare. Suddetta sfida e impotenza riguardano ogni singolo individuo di ogni epoca; se qualcuno non ha la capacità di comprendere gli aspetti miracolosi del Corano, per dimostrare a se stesso il miracolo coranico deve rivolgersi ai sapienti migliori, ossia coloro che si sono sforzati per tutta la vita di comprendere le scienze coraniche e sono convinti che il Corano è un oceano di scienza di cui hanno assaporato solamente una goccia.
[1] Cfr.: Kashf al-Murad fi Sharh Tajrid al-I'tiqad, Allamah Hilli con note e correzioni dell’ayatollah Hasanzadeh Amoli, pp. 350-353; Ta'liqate Ayatollah Hasanzadeh Amoli bar Kashf al-Murad, p. 595.
Rahbaran-e Bozorgh va Mas’ulyatha-ye Bozorghtar, pp. 119-153; Moqaddamey bar Jahanbini Eslami, Martire Motahhari, stampato da Jame'e-ye modaressin, 1383, pp. 179-208; Al-Mizan, vol. 1, pp. 58-90; traduzione persiana di Al-Mizan, vol. 1, pp. 93-140; Ensan-e Kamel az Didgah-e Nahj al-Balaghah, pp. 8-21; Tarjom-e va Sharh-e Esharat-e Ibn Sina, redatto dal dott. Malakshahi, pp. 466-491; Shawahid al-Rububiyyah, Molla Sadra con note del defunto Sabzevari e note, correzioni e introduzione di Seyyed Ashtyani, 2 ed., pp. 340-349; Mabda' wa Ma'ad, Molla Sadra, Fasl fi usul al-mu'jizat wa khawariq al-'adat, traduzione di Ahmad ibn Mohammad al-Hosseyni Ardakani e Abdollah Nurani, pp. 538-549.
Rahbaran-e Bozorgh va Mas’ulyatha-ye Bozorghtar, pp. 119-153; Moqaddamey bar Jahanbini Eslami, Martire Motahhari, stampato da Jame'e-ye modaressin, 1383, pp. 179-208; Al-Mizan, vol. 1, pp. 58-90; traduzione persiana di Al-Mizan, vol. 1, pp. 93-140; Ensan-e Kamel az Didgah-e Nahj al-Balaghah, pp. 8-21; Tarjom-e va Sharh-e Esharat-e Ibn Sina, redatto dal dott. Malakshahi, pp. 466-491; Shawahid al-Rububiyyah, Molla Sadra con note del defunto Sabzevari e note, correzioni e introduzione di Seyyed Ashtyani, 2 ed., pp. 340-349; Mabda' wa Ma'ad, Molla Sadra, Fasl fi usul al-mu'jizat wa khawariq al-'adat, traduzione di Ahmad ibn Mohammad al-Hosseyni Ardakani e Abdollah Nurani, pp. 538-549.
[2] Sacro Corano, 65:3, 15:21 e 54:49.
[3] Sacro Corano, 7:54, 2:284, 57:5, 4:80, 3:26, 20:50, 2:255 e 10:3.
[4] Sacro Corano, 40:78.
[5] Sacro Corano, 37:173, 58:21 e 40:53.
[6] Cfr.: Baha' al-din Khorramshahi, Jahan-e gheyb va gheyb-e jahan, pp. 45-83.
[7] Cfr.: Martire Motahhari, Moqaddamey bar Jahanbini-e Eslami, stampato da Jame'e-ye modaressin, p.189.
[8] Kashf al-Murad fi Sharh Tajrid al-I'tiqad, p. 350.
[9] Nella storia dei maghi di Faraone, quando essi vedono l’azione del nobile Mosè (a), capiscono che è un miracolo, poiché i loro utensili magici sono stati ingoiati e ammettono la propria impotenza... (Sacro Corano, 7:105-125.)
[10] Cfr.: Ayatollah Makarem Shirazi, Rahbaran-e Bozorgh va Mas’ulyatha-ye Bozorghtar, pp. 119-153.
[11] Cfr.: Al-Mizan, vol. 1, p. 82.
[12] Cfr.: Martire Motahhari, Moqaddamey bar jahanbini, 1-7, p. 189; Martire Motahhari, Ashnay ba Qor'an, vol. 2, da p. 235.
[13] Cfr.: Kashf al-Murad fi Sharh Tajrid al-I'tiqad, p. 352.
[14] Ivi, p. 353; Jahan-e Gheyb va Gheyb-e Jahan, pp. 46-47.
[15] L’essere umano praticando gli ordini divini si avvicina a Iddio e, grazie a questa vicinanza, usufruisce della wilayah e a quel punto può influenzare il creato.
[16] Uno dei miracoli del Profeta (S) fu la divisione della luna.
[17] Il nobile Alì (A) nel Nahj al-Balaghah, nel sermone “al-Qasi'ah”, spiega il miracolo dell’albero da parte del Profeta (S). Riguardo ai miracoli del Profeta (S) consultare il libro Bihar al-anwar, pub. Kompani, ed. Sanghi, p. 105.
[18] Sacro Corano, 28:76-81.
[19] Sacro Corano, 2:50.
[20] Sacro Corano, 91:11-15.
[21] Sacro Corano, 3:49.
[22] Bisharat al-Mustafa, pub. Najaf, p. 235; Shaykh al-Saduq, Al-Amali, sessione 77, ed. Sanghi, p. 307.
[23] Il significato di queste parole non è che l’élite non possa usufruirne, bensì a volte fanno parte dei beneficiari come nella storia dei maghi del nobile Mosè.
[24] Mirdamad, Qabasat, ed. Sanghi, p. 321; Kashf al-Murad fi Sharh Tajrid al-I'tiqad, note dell’ayatollah Hasanzadeh, pp. 597-598; Ensan-e Kamel az Didgahe Nahj al-Balaghah, ayatollah Hasanzadeh Amoli, pp. 8-21.
[25] Cfr.: Da'irat al-Ma'arif-e Tashayyo', vol. 2, p. 265; Da'irat al-Ma'arif-e Bozorgh-e Eslami, vol. 9, pp. 363-366; Al-Mizan, vol. 1, pp. 58-90; Ta'liqat-e Ayatollah Hasanzadeh bar Kashf al-Murad, pp. 597-600.
[26] Sacro Corano, 11:14 e 10:39.
[27] Sacro Corano, 4:82 e 39:23.
[28] Sacro Corano, 11:49, 12:102, 3:44, 19:34, 30:1-4, 48:15, 21:97, 28:85, 5:67, 24:55, 48:27, 6:65, 10:47 ...
[29] Sacro Corano, 10:16.
[30] Sacro Corano, 16:89, 6:59, 4:106, 41:42, 59:7 e 15:9.
[31] Cfr. la domanda “Gli aspetti del miracolo coranico”.
[32] Sacro Corano, 2:23 e 17:88.
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