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Iddio è un Essere Infinito e possiede tutte le perfezioni; il creare è un’emanazione (faydh) e Iddio è il Supremo Emanatore. La perfezione del Suo essere il Supremo Emanatore richiede che crei tutto ciò che è degno di essere creato. Quindi Iddio ha creato perché è il Supremo Emanatore, ed è in questo concetto che troviamo l’obiettivo e il perché della creazione. Dal momento che le caratteristiche intrinseche di Dio non sono esterne alla sua essenza, si può dire che l’obiettivo della creazione è l’ essenza di Dio.
Iddio ha creato l’essere umano con due inclinazioni interne, al bene e al male, e due esortatori esterni, uno al bene (i Profeti) e l’altro al male (i demoni). In questo modo, l’essere umano ha la capacità di raggiungere i più alti livelli di perfezione di una creatura, oppure, degenerare nei livelli più bassi. Se l’essere umano, nonostante le inclinazioni animali e le istigazioni diaboliche, intraprende la retta via, sarà migliore degli angeli, poiché loro non possiedono inclinazioni animali e tentazioni sataniche; mentre se sceglie la strada errata, diventerà inferiore agli animali che non possiedono le capacità spirituali dell’essere umano.
Se Iddio avesse creato, fin dall’inizio, l’essere umano con tutte le perfezioni possibili in lui, non sarebbe stata considerata una perfezione volontaria e Iddio ha già creato prima di lui creature che possiedono tutte le proprie perfezioni dall’inizio. Quindi l’obiettivo della creazione dell’essere umano viene raggiunto quando lui ha la capacità di perfezionarsi e possa farlo tramite il proprio libero arbitrio. I miscredenti e i peccatori che non raggiungono questa perfezione, pur non avendo acquisito l’obiettivo principale della creazione dell’essere umano (cioè il volere legislativo di Dio), tuttavia non sono in contrasto con l’obiettivo cosmologico della Sua creazione, poiché Iddio voleva che potessero scegliere la retta via o quella errata. Se Iddio non avesse reso possibile la scelta della strada deviata all’essere umano, la fede e l’obbedienza a Dio non sarebbero state volontarie.
Per chiarire la risposta bisogna prestare attenzione ad alcuni punti:
a. L’obiettivo della creazione da parte di Dio:
1. Iddio l’Altissimo poiché è un’entità necessaria e la sua esistenza non è legata ad alcunché, non ha nessun limite o carenza, e possiede tutte le perfezioni.
2. Il Suo essere il Sommo Emanatore e il Generoso sono alcune delle Sue perfezioni. Iddio nel Corano dice: “E la concessione del tuo Dio non è stata ostacolata”[1].
Iddio l’Altissimo, da parte Sua, non ha limiti nel concedere, quindi dove non concede, il motivo va ricercato nella limitatezza di chi riceve, non di chi concede, e ogni cosa degna di essere concessa, sarà donata.
3. Ogni bene e perfezione provengono dall’esistenza e ogni male e difetto derivano dal nulla. Per esempio il sapere è bene e perfezione, mentre l’ignoranza è male e difetto. Allo stesso modo la potenza di fronte all’incapacità, è perfezione e bene. Diventa dunque chiaro che l’esistenza è bene e, dal lato opposto, ogni male e difetto sono il nulla.
4. In base al terzo preliminare si può comprendere che l’essere Iddio il Sommo Emanatore e il Generoso si realizza con la creazione. Quindi la necessità dell’essere il Supremo Emanatore è il creare.
In altre parole se una cosa è degna di essere creata e Iddio non la crea, questo non creare in base alla positività dell’esistenza, costituirà un ostacolo per il bene e sarà considerato avarizia che, da parte di Dio, è impossibile. Da questi preliminari deduciamo che alla domanda: cosa ha causato la creazione da parte di Dio? La risposta sarà: il Suo essere il Sommo Emanatore ha causato la creazione.
5. Gli attributi di Dio non sono addizionali alla Sua essenza. Le caratteristiche dell’essere umano e di altri corpi, sono addizionali alla loro natura. Per esempio la mela ha un’essenza e il colore rosso e la dolcezza sono sue caratteristiche. Il colore e la dolcezza sono esterni all’essenza della mela, poiché può essere anche acida e verde, senza con ciò modificare la propria natura.
La questione dell’unità dell’essenza e degli attributi di Dio è una profonda questione teologica che si può analizzare tramite la scienza del kalam (teologia islamica) nella sezione dedicata all’unicità degli attributi di Dio. Ciò che adesso è importante è il fatto che l’essere il Supremo Emanatore (che è la causa finale della creazione) appartiene all’essenza di Dio e non è esterna a essa. Quindi alla domanda: perché Iddio ha creato? Risponderemo: Poiché è Dio. Perciò la causa finale in realtà è Dio stesso. Questo è lo stesso discorso dei nostri filosofi che dicono: “La causa finale e quella efficiente, nelle azioni di Dio, sono un’unica causa”[2]. Forse possiamo ricavare questo significato da alcuni versetti del Corano[3]: “Tutte le azioni tornano a Lui”[4].
b. L’obiettivo della creazione umana da parte di Dio:
Ciò che è stato detto era l’obiettivo dell’agente nel principio della creazione; però l’obiettivo dell’agente nella creazione di una creatura caratteristica come l’essere umano, necessita di un punto particolare che, nel caso dell’uomo, è la perfezione esclusiva che Dio voleva creare con la creazione dell’essere umano.
Spiegazione: L’essere il Sommo Emanatore da parte di Dio esige che Egli crei ogni perfezione possibile. Egli prima della creazione umana, aveva creato altre creature chiamate angeli che fin dall’inizio della loro creazione possiedono tutte le eccellenze possibili, in altre parole possiedono già tutte le proprie perfezioni “in atto”; perciò non raggiungeranno mai una nuova perfezione e il loro livello esistenziale non si evolverà. Iddio nel Corano ha riportato alcune parole da parte degli angeli: “Tra noi angeli non c’è nessuno che non possieda un determinato livello e siamo noi che siamo schierati in ranghi e siamo noi che glorifichiamo Allah“[5].
Il nobile Alì (A) disse: “Quindi ha espanso gli alti cieli tra di loro e li ha riempiti di angeli vari. Un gruppo di angeli è sempre in prosternazione senza fare il rukuh, un gruppo esegue continuamente il rukuh senza soffermarsi, un gruppo è fermo in ranghi e non si disperde e un gruppo glorifica perennemente [Allah] senza stancarsi”[6]. Essi adorano Dio e questa è una perfezione che Dio ha donato loro, inoltre non possono disobbedire. Iddio l’Altissimo disse: “Gli angeli non precedono la Sua parola ed essi lavorano per Suo ordine”[7]. Inoltre disse: “Su quel fuoco vegliano angeli violenti e severi che non disobbediscono a ciò che Allah comanda loro ed eseguono quello che viene loro ordinato”[8].
Iddio a causa del Suo essere il Supremo Emanatore, voleva creare, oltre alla perfezione che possiedono gli angeli, una perfezione maggiore che è quella volontaria dell’essere umano, cioè creare un essere che ottenga tutte queste perfezioni con il libero arbitrio. Ha dunque creato l’essere umano, che non possiede tutte le perfezioni di cui è degno fin dall’inizio, però può raggiungerle. È chiaro che la perfezione che l’essere umano ottiene tramite la propria libera scelta, è superiore a quella donata agli angeli. Il Principe dei Credenti (A) disse: “Iddio, il Sublime, ha creato gli angeli dotandoli d'intelletto e non ha posto in loro istinti animali; ha creato invece gli animali provvedendoli dell’istinto animale e non ha posto in loro l’intelletto; infine ha creato l’essere umano con l’intelletto e l’istinto animale. Quindi chi con il proprio intelletto reprime il proprio istinto sarà migliore degli angeli e chi lascia che il proprio istinto domini l’intelletto, sarà inferiore agli animali”.[9]
Pertanto anche nella creazione dell’essere umano la causa efficiente e quella finale, sono l’essere il Sommo Emanatore da parte di Dio. La necessità di questo attributo è che crei anche questo tipo di perfezione possibile, che è la migliore tra esse.
c. Perché Iddio non ha creato l’essere umano già perfetto:
Prestando attenzione a quanto detto, possiamo comprendere che l’obiettivo della creazione umana viene raggiunto quando l’essere umano ha la capacità di raggiungere la perfezione e la ottiene con le proprie azioni volontarie. Se invece avesse posseduto questa perfezione fin dall’inizio, non sarebbe stata considerata la sua perfezione volontaria e non si sarebbe raggiunto neanche l’obiettivo principale della sua creazione.
Bisogna tenere in considerazione che anche salire un solo gradino della perfezione da parte dell’essere umano, viene considerata perfezione volontaria, raggiungendo così parte dell’obiettivo principale della creazione.
d. L’essere umano miscredente e peccatore:
Se un essere umano non sale neanche un gradino della perfezione e tutta la sua vita è miscredenza e peccato, non uscirà ancora dall’obiettivo della creazione; poiché egli ha messo in pratica le proprie capacità. L’essere umano ha la capacità di raggiungere anche i livelli più bassi; Iddio l’ha creato in modo che potesse scegliere la via della perfezione o dell’errore. Perciò anche il peccatore e il miscredente non si muovono in direzione opposta al volere cosmologico di Dio. Sì, Iddio preferisce l’elevazione dell’essere umano ai livelli della perfezione e non ama la sua caduta nell’abisso della deviazione. In altre parole Iddio l’Altissimo, nella creazione dell’essere umano, possiede un volere cosmologico e uno legislativo. Il primo è che l’esser umano possa praticare le proprie capacità, siano esse buone o cattive. Il secondo è che l’essere umano pratichi le proprie capacità solamente sulla via della perfezione.
Con questa spiegazione si può dire che il credente ottiene sia l’obiettivo legislativo che cosmologico, ma l’individuo miscredente e peccatore, nonostante non raggiunga l’obiettivo legislativo, non perde quello cosmologico.
N.B: Data l’importanza dell’argomento e la presenza di molte motivazioni, esiste la possibilità di approfondire e continuare l’argomento in questione.
[1] Sacro Corano, 17:20.
[2] Cfr. Tabatabai Mohammad Hosseyn, Al-Mizan, vol. 8, pag. 44; Mesbah Yazdi Mohammad Taqi, Ma’aref-e Qor’an, vol. 1, pag. 154.
[3] Sacro Corano, 2:210; 3:109; 8:44; 22:76; 35:4 e 57:5.
[4] Sacro Corano, 11:123.
[5] Sacro Corano, 37:164-166.
[6] Nahj al-Balaghah, sermone 1.
[7] Sacro Corano, 21:27.
[8] Sacro Corano, 66:6.
[9] Wasa’il al-Shiah, vol. 11, pag. 164.