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Non abbiamo trovato nessuna fonte di hadìth che citasse la frase “Ogni giorno è Karbalà, ogni luogo è Ashurà” come hadìth di un Infallibile (A). Tuttavia essa costituisce un’interpretazione corretta dell’insieme degli avvenimenti di Karbalà, della linea di condotta dell’imamato e contiene alcuni messaggi educativi e colmi di bellezza Infatti, anche se in verità non esiste giorno come quello di Ashurà e mai ci sarà, in ogni caso l’oppressione dei tiranni nei confronti degli oppressi esisterà sempre fino a quando il Qa'im della Famiglia di Muhammad (l’imam Mahdi -Aj-) non si manifesterà e li eliminerà.
La cultura di Ashurà è presente in tutti i tempi e Karbalà è il simbolo della resistenza sulla via della lotta contro l’oppressione e l’ingiustizia.
Le nostre guide religiose ci hanno insegnato che dobbiamo combattere contro l’oppressione ed essi stessi si sono comportati così, perciò Ashurà non è una vicenda limitata a un tempo o luogo particolare.
Non abbiamo trovato nessuna fonte di tradizioni che citasse la frase “Ogni giorno è Karbalà, ogni luogo è Ashurà” come hadìth di un Infallibile (A)[1]. Tuttavia essa rappresenta un’interpretazione corretta dell’insieme degli avvenimenti di Karbalà, della linea di condotta dell’imamato e contiene alcuni messaggi educativi e colmi di bellezza. Infatti, anche se in verità non esiste giorno come quello di Ashurà e mai ci sarà, in ogni caso l’oppressione dei tiranni nei confronti degli oppressi esisterà sempre fino a quando il Qa'im della Famiglia di Muhammad (l’imam Mahdi -Aj-) non si manifesterà e li eliminerà.
La cultura di Ashurà è presente in tutti i tempi e Karbalà è il simbolo della resistenza sulla via della lotta contro l’oppressione e l’ingiustizia.
Le nostre guide religiose ci hanno insegnato che dobbiamo combattere contro l’oppressione ed essi stessi si sono comportati così, perciò Ashurà non è una vicenda limitata a un tempo o luogo particolare.
La frase “Ogni giorno è Karbalà, ogni luogo è Ashurà”, è il simbolo della continua lotta tra il bene e il male in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Ashurà e Karbalà sono gli anelli più palesi di questa lunga catena. Il bene e il male si scontrano sempre e gli uomini liberi hanno il dovere di difendere il bene e combattere il male; essere indifferenti è irreligioso.
L’imam Khomeini (r.a.), seguace dell’imam Husayn (A), fondatore della Repubblica islamica e grande combattente contro gli oppressori del suo tempo, la ricorda come una grande frase e ribadisce l’importanza di evocare il significato di Ashurà e rappresentare Karbalà: “Questa frase (Ogni giorno è Karbalà, ogni luogo è Ashurà) è una grande frase … La nostra nazione deve considerare tutti i giorni come Ashurà, dobbiamo combattere contro l’oppressione, qua è Karbalà, bisogna mettere in pratica Karbalà, esso non è un luogo particolare, non appartiene a un gruppo di uomini in particolare. La vicenda di Karbalà non riguarda solo più di settanta persone e un luogo particolare: tutti i luoghi devono rappresentarla”[2].
In realtà l’imam Khomeini (r.a.), convinto che la rivolta e il martirio del Signore dei Martiri (A) dovesse essere un criterio di condotta sociale per i musulmani, lo ha istituito quale fondamento del proprio movimento durante la Rivoluzione islamica: “Quella condotta del Signore dei Martiri (A), la sua ideologia, la sua via e la sua vittoria e quella dell’Islam dopo il suo martirio … Questa frase educativa è sia un dovere che una lieta novella. Dovere poiché i deboli hanno il dovere di insorgere come il Principe dei Martiri (A) contro gli oppressori ben equipaggiati e maleficamente potenti. Una lieta novella poiché i nostri martiri saranno con i martiri di Karbalà”.
Questa saggia guida durante la guerra imposta disse: “La battaglia di Ashurà, anche se da un punto di vista temporale (durò mezza giornata) fu molto breve, in realtà però, è il più lungo conflitto contro l’oppressione e il male. Fino a quando vi sarà individuo che desideri essere stato a Karbalà, aver aiutato l’imam Husayn (A) ed essere caduto martire (O se fossimo stati con te! Avremmo raggiunto un’immensa vittoria)[3], il fronte di Karbalà sarà attivo e la battaglia di Ashurà viva”[4].
In altre parole, allo stesso modo che l’imam Husayn (A) è l’erede dei profeti Adamo, Abramo, Noè, Mosè, Gesù (A) e Muhammad (S), anche i suoi seguaci sono gli eredi del suo jihad e del martirio e non abbandonano la bandiera di Karbalà. Questo tesoro dello sciismo è un aspetto politico, così come disse l’imam Husayn (A): “Il mio comportamento è per voi un esempio”[5].
Questo punto di vista confuta la teoria secondo cui Karbalà e la rivolta dell’imam Husayn (A) fossero solo un suo specifico dovere che non è da seguire. Uno scrittore scrisse: “Noi siamo sicuri che se l’imam Husayn (A) fosse vissuto ai nostri tempi, avrebbe fatto di al-Quds, del Sud del Libano e di altri territori islamici un secondo Karbalà e si sarebbe comportato come fece con Mu'awiyyah e Yazid”[6].
[1] Alcuni hanno attribuito questa frase all’imam Sadiq (A), senza però citarne la fonte, cfr.: Payam-e Ashurà, Abbasi Azizi, pag. 28; Farhangh-e Ashurà, Javad Mohaddethi, pag. 371. Altri ancora citano tracce da cui si può dedurre che non è un hadìth degli Infallibili (A), cfr.: Majalle-ye 'Olum-e Hadith, n. 26.
[2] Sahife-ye Nur, vol. 9, pag. 202.
[3] Zyarat dei martiri di Karbalà, Mafatih al-Jinan.
[4] Sahife-ye Nur, vol. 20, pag. 195.
[5] Tarikh Tabari, vol. 4, pag. 304.
[6] Hashim Ma'ruf al-Hasani, al-Intifadhat al-Shi'iyyah, pag. 387.